Il laringospasmo, cos’è e come affrontarlo

laringospasmo-bambinoCi sono alcune cose che è bene che ogni mamma sappia, una di queste è cosa è il laringospasmo e come si può affrontare una crisi da esso provocata.

Ma cos’è il laringospasmo?

una condizione patologica delle vie aeree superiori, dovuta alla contrazione spasmodica dei muscoli della laringe per cause come infezioni, infiammazioni o allergie, che provoca una contrazione delle corde vocali e quindi una ostruzione del flusso aereo con la conseguente sensazione di soffocamento.

Esistono bambini predisposti al laringospasmo?

Alcuni bambini sono particolarmente predisposti a sviluppare il laringospasmo e sono quelli che tendono a soffrire di reazioni allergiche ma anche quelli che soffrono di reflusso gastroesofageo, in questi basta un semplice virus a volte per far gonfiare la laringe impedendo all’aria di passare in modo adeguato.

Le Banche del latte umano: cosa sono e come funzionano

Banca del latte umano

Ci sono donne che quando allattano riescono a produrre più latte di quello che serve al loro bambino, e che quindi decidono di donarlo ad appositi centri di raccolta, ovvero le Banche del latte umano, delle strutture presenti i molte cliniche ed ospedali pediatrici, che fanno parte dell’Associazione italiana banche del latte onlus, un’associazione senza fini di lucro che si occupa di far conoscere l’importanza del latte materno e, quindi, della sua donazione.

I benefici del latte materno sono ormai noti, è in particolare è importante per i bambini nati pretermine e affetti da qualche malattia, che, essendo deboli non riescono a succhiare con forza e quindi a stimolare, il capezzolo della mamma e a far iniziare il processo di allattamento. Per casi come questi, e per molti altri, si può ricorrere al latte conservato nella Banca del latte umano.

Per diventare una donatrice di latte è necessario essere una neomamma in buona salute e produrre una quantità di latte superiore al fabbisogno del proprio bambino; se decidete di diventare donatrici dovete contattare il centro di riferimento del proprio ospedale e sottoporvi ad una serie di analisi per verificare la vostra salute, dopodiché, in assenza di controindicazioni, riceverete le istruzioni per procedere alla raccolta del latte, alla conservazione e alla consegna.

Il papà in sala parto è (forse) una presenza inutile

gravidanza e papà in sala partoPapà in sala parto sì oppure no? Come si sa accanto a uomini coraggiosi che decidono di restare con la compagna anche in sala parto ci sono altri che preferiscono non entrare. E  spesso si è discusso in merito alle eventuali conseguenze di questa presenza maschile in sala parto. Qualche mese fa il ginecologo francese Michael Odent ha dichiarato che la presenza in sala parto del proprio compagno potrebbe allungare tutta l’operazione e far aumentare il ricorso a taglio cesareo. C’è di più: secondo lui l’ambiente perfetto per dare alla luce un figlio dovrebbe essere privo di figure maschili.

Ora però è arrivata una nuova ricerca che mette un po’ tutto in discussione. Infatti, secondo i medici dell’Associazione tedesca di ginecologia e aiuto alla nascita (Dggg) la presenza del papà in sala parto non sarebbe né positiva né negativa: è “semplicemente” inutile. La sua presenza insomma non incide sul bisogno di dover somministrare alla mamma farmaci anti-dolorifici, sul rischio di eventuali complicazioni o sulla durata del parto.

I primi passi dei bambini

primi passi bambiniLo abbiamo già detto: i bambini sono tutti diversi e quindi stabilire una data che sia valida per tutti per quanto riguarda i primi passi è difficile. In linea di massima si può comunque dire che i piccoli inizino a camminare tra i 12 ed i 14 mesi sembra (e qui mi farebbe piacere avere un riscontro da voi mamme) che le femminucce siano più precoci dei maschietti.

E’ importante ricordare che il gattonamento sebbene sia una tappa molto importante e che precede quella del camminare in senso vero e proprio non viene seguita da tutti i piccoli; perciò anche se vostro figlio dovesse saltare questa tappa, niente panico … camminerà come tutti gli altri bambini seguendo magari ritmi e tempi diversi.

Tachipirina o Nureflex? I medicinali per la febbre

tachipirina-nureflex-febbre-bambiniQuando si ha un bambino piccolo è sempre bene tenere in casa una piccola ma fornita farmacia, sicuramente i primi medicinali da acquistare e da tenere a portata di mano sono gli antifebbrili o antiepiretici da somministrare al piccolo nel caso abbia la febbre. Ma quali sono i farmaci di prima scelta per far scendere la febbre? Ce n’è uno migliore o che fa effetto prima?

La scelta rispetto agli antifebbrili per bambini è molto ristretta, infatti sono solo due i principi attivi innocui e ben tollerati dai più piccoli, e sono il paracetamolo e l’ibuprofene, da dare in dosi proporzionate al peso.

Giocattoli per bambini, quali vanno evitati

giocattoli da evitare

I bambini di oggi dispongono di una moltitudine di giocattoli, nella gran parte dei casi molti di più di quanto non ne avessero i propri genitori alla loro età; da un alto perchè si tratta di un mercato in costante espansione, dall’altro perchè accanto ai tradizionali sonaglini, tricicli, costruzioni e cavallucci hanno fatto la propria comparsa giochi elettronici sempre più complessi che stuzzicano prima di tutto la curiosità degli adulti. Ben vengano per carità a patto però di essere usati con criterio e soprattutto, ma questo vale anche per le versioni più moderne dei giochi “classici”, a patto che per la loro costruzione siano state rispettate tutte le opportune norme di sicurezza.

In particolare, secondo le direttive emanate dal Ministero dell’industria, i giochi più idonei alla tutela della salute e sicurezza dei nostri figli devono possedere requisiti tali da evitare rischi di tipo meccanico, fisico, chimico, elettrico e di infiammabilità: in altre parole, i giocattoli non devono presentare parti spigolose, appuntite o taglienti e devono avere dimensioni tali da non poter essere ingeriti se portati alla bocca; ingranaggi, palline, batterie e minitorce non devono essere accessibili, così come il trasformatore che non deve far parte del giocattolo; le vernici, o i particolari materiali impiegati per la costruzione del giocattolo, devono essere rigorosamente atossici.

Gattonare, un momento importante per lo sviluppo motorio

gattonare-bambinoQuante volte ti sei chiesta, ma mio figlio gattonerà e quando? Beh dalle ultime ricerche sembra che questa sia una fase molto importante dello sviluppo motorio dei nostri bambini perché oltre a rafforzare i loro muscoli e prepararli al momento in cui impareranno a camminare, rafforza la loro propriocezione, ovvero la capacità di percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio e lo stato di contrazione dei propri muscoli, anche senza il supporto della vista. Ciò significa anche che un bambino che non ha mai gattonato o lo ha fatto solo per poco tempo sarà un adulto meno portato per gli sport che prevedono la coordinazione. Posso testimoniare che questa cosa è vera, infatti io non ho mai camminato a quattro “zampe” ed infatti ogni tentativo di fare una coreografia in palestra è sempre miseramente fallito!

Nella maggior parte dei casi i piccoli imparano a gattonare dai 6 ai 10 mesi, altri invece adottano tecniche alternative, strisciano come marines, si spostano scivolando con il sedere oppure passano direttamente al camminare.

Gravidanza oltre il termine, che fare?

gravidanza oltre termine

Come ben sapete, la gravidanza dura all’incirca quaranta settimane, ovvero più o meno nove mesi; è tuttavia difficile stabilirne il termine esatto a meno di non conoscere con precisione il momento in cui è avvenuto il concepimento. Il ginecologo stabilisce infatti una data presunta del parto che ha scopo puramente indicativo e spesso i bambini nascono qualche giorno prima o dopo quello indicato.

Se poi il piccolo per nascere attende più di qualche giorno oltre la data presunta questo è spesso per la futura mamma fonte di grande ansia e preoccupazione. In realtà però è piuttosto comune, soprattutto per le primipare, che questo accada; tuttavia il ginecologo, superata la quarantesima settimana di gravidanza, effettua alcuni controlli volti ad assicurarsi che il piccolo stia bene e non risenta della prolungata permanenza dentro al pancione: il monitoraggio, l’ecografia, e l’amnioscopia.

Monitoraggio

Il monitoraggio consiste nella registrazione del battito cardiaco del bambino attraverso il cardiotocografo; allo stesso tempo si rileva l’intensità di eventuali contrazioni uterine. Si tratta di un esame del tutto indolore che si effettua mediante l’applicazione sul pancione di una di fascia collegata ad un apparecchio che traccia il battito cardiaco del bambino.

Da Coop un sito per combattere l’obesità dei bambini

bimbi e alimentazionePurtroppo l’obesità è un problema in costante e preoccupante crescita anche tra i più piccoli: pensate che il entro il 2010 in Europa 1 bambino su 3 sarà sovrappeso e 1 su 4 obeso. Per cercare di arginare questo fenomeno Coop ha creato un sito ad hoc; un portale in cui esperti dispensano consigli sull’alimentazione dei bambini di età compresa tra i 4 e i 10 anni. Possiamo trovare il decalogo (che poi vi riporterò in fondo all’articolo) con i consigli per un bambino in forma, informazioni sul ruolo che la scuola dovrebbe avere per contrastare l’obesità infantile, il bimbometro (uno strumento che permette di stabilire il peso forma di vostro figlio), alcune ricette, una sezione dedicata ai giochi da fare all’aria aperta con i più piccoli (insieme ad una corretta alimentazione è fondamentale che i bambini si muovano il più possibile), le domande e le risposte degli esperti e molto altro. Subito dopo il salto potete leggere il decalogo tratto dal sito.

Gravidanze precoci, boom fra le under 19

adolescenti in gravidanza

Secondo i dati diffusi di recente dall’Istat nel nostro paese il numero delle adolescenti under 19 che diventano madri è in vertiginoso aumento; nel passaggio tra il 2006 e il 2007 il numero di baby mamme è passato da 9.525 a 9.583 con un incremento pari allo 0,5%. Inutile dire come si tratti di un dato allarmante data la giovane età della neo-mamma e delle cause che troviamo all’origine di tale fenomeno.

Sembra infatti che sia eccezionalmente elevato il numero di adolescenti che pratica sesso senza alcuna precauzione esponendosi non solo al rischio di gravidanze indesiderate, ma anche a quello di contrarre malattie sessualmente trasmissibili.

Come spiega Giorgio Vittori, presidente della  Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo) che ha di recente dedicato all’argomento un convegno dal titolo “Mamma prima dei 19 anni” :

“Problemi che non si spiegano solo con l’età e le sue caratteristiche fisiche e psicologiche. L’Organizzazione mondiale della sanità  indica altri fattori critici ‘collaterali’ come l’educazione, lo stato sociale e la fruibilità dei servizi sanitari”

Make A Wish Italia regala un sogno ai bambini malati

Make_a_Wish_italia_donazioniA volte basta poco per rendere felice un bambino che sta male, pensate cosa può rappresentare per un piccolo che trascorre le sue giornate in ospedale oppure tra le quattro mura della sua casa vivere una giornata diversa dalle altre, magari realizzando il suo sogno più grande. Make A Wish Italia Onlus fa proprio questo, raccoglie i desideri dei bambini dai 3 ai 17 anni gravemente malati e li trasforma in realtà, questa organizzazione che nasce negli Stati Uniti nel 1980 oggi è presente in 35 Paesi nei 5 continenti, con 180 uffici e 30.000 volontari. Make-A-Wish, che ha recentemente ricevuto il riconoscimento ufficiale dell’ONU, è oggi una delle organizzazioni benefiche più conosciute a livello mondiale, dal 1980 ha realizzato oltre 225.000 desideri.

Il prurito in gravidanza

prurito in gravdanza

Il prurito in gravidanza è una sensazione piuttosto comune che si manifesta soprattutto nei semi, alle estremità e nella zona addominale; la causa è da ricercare nei cambiamenti dovuti alla gestazione, anche se in alcuni casi non esiste un collegamento tra i due fenomeni, e il prurito è dovuto ad allergie o eczemi.

In ogni caso i cambiamenti ormonali legati alla gravidanza  possono aumentare le sensazioni di prurito: basti pensare alla tensione a cui è sottoposta la pelle dell’addome e del seno durante i nove mesi di gestazione, soprattutto nell’ultimo trimestre; a questo va aggiunto anche l’aumento del livello degli estrogeni che acutizza la ritenzione idrica.

Quando dare il pesce al bambino

quando dare il pesce al bambino

Secondo consiglio del pediatra, il bambino può cominciare a mangiare il pesce nel periodo dello svezzamento sin dall’età di sette mesi. Il pesce è infatti senza dubbio un alimento di fondamentale importanza perchè ricco di acidi grassi , in particolare omega 3, in grado, fra l’altro, di regolare la pressione arteriosa, favorire lo sviluppo della retina e abbassare il colesterolo, proteggendo così il bambino, una volta divenuto adulto, dal rischio di sviluppare ipertensione e malattie vascolari. Il pesce inoltre è ricco di proteine, vitamine e sali minerali, quali fluoro, ferro, calcio e, soprattutto, iodio, indispensabile per il corretto funzionamento della tiroide e per lo sviluppo del sistema nervoso.

Tuttavia, nonostante gli omega-3 siano contenuti soprattutto nel pesce azzurro (tonno, sgombro, sardine, acciughe) è più opportuno introdurre il pesce nell’alimentazione del bambino cominciando con le qualità più magre e leggere come il merluzzo, la sogliola, il palombo, la platessa. Inoltre, il pesce va offerto al piccolo solo a svezzamento iniziato, dopo i primi pasti a base di carne, e liofilizzato od omogeneizzato; solo in un secondo momento potrà essere offerto sminuzzato e triturato.

L’età del no: come affrontarla

bambino-testardo-dice-noSei mamma di una piccola peste che dice sempre di no? Stai seriamente pensando di chiamare S.O.S Tata? Non ti abbattere oggi cercheremo di vedere come gestire il comportamento di tuo figlio. Solitamente l’età del no corrisponde ai 24 mesi, ma in alcuni bambini arriva anche verso i tre anni e si manifesta con atteggiamenti di negazione, irritabilità, impulsività. In questa fase i bambini non giocano allo stesso gioco per più di pochi minuti e i nostri tentativi di interagire con loro e dialogare falliscono miseramente.

Ma cosa rappresenta questo atteggiamento per la crescita e lo sviluppo della personalità dei nostri figli? Il no è sintomo della loro ricerca di indipendenza, è un modo per affermare il loro essere e delimitarlo, creando una distanza tra loro e noi. La buona notizia è che questo periodo che solitamente dura un anno, rappresenta un momento di transizione che passa, lasciando spazio poi ad un bambino più malleabile e disposto al dialogo.