Sebbene qualche giorno fa avessimo discusso del femoneno delle baby-mamme, l’andamento delle gravidanze rispetto all’età continua comunque a fotografare una situazione opposta, infatti le donne che restano incinte in Italia risultano sempre più grandi: il 34% delle donne, infatti, ha il primo figlio dopo i 35 anni, mentre 6 su cento affrontano la maternità dopo i 39 anni. Non solo, anche le coppie che non riescono a procreare sono in netta crescita, circa il 15% in più rispetto all’anno passato mentre a dispetto di tutte le campagne informative sull’argomento, manca un’adeguata prevenzione per la salute dell’apparato riproduttivo. Tutti questi dati giungono dal convegno organizzato in occasione della 32° Giornata della vita che ha visto riuniti i professori di ginecologia ed ostetricia delle università capitoline.
Carnevale: dove trovare le maschere da stampare e colorare
Oggi voglio segnalarvi alcuni siti utili dove potete scaricare la maschera di carnevale preferita dai vostri bambini.
Cominciamo da enchantedlearning.com dove potrete scegliere tra la maschera da koala, gatto, robot, leone, cane e maiale. Dopo aver selezionato la vostra maschera, vi basterà stamparla, colorarla e ritagliarla.
Un altro sito molto utile e ricco di spunti è disegnibambini.net. Anche in questo caso dopo aver scelto la maschera desiderata, vi basterà salvarla sul vostro pc, stamparla e colorarla.
Il prolasso uterino
Durante la gravidanza e il parto, i muscoli pelvici che sostengono gli organi del bacino possono indebolirsi e allentarsi tanto da portare all’incontinenza e, nei casi più seri, anche al prolasso degli organi; il caso più comune è quello in cui l’utero si abbassa fino ad arrivare al canale vaginale, ovvero avviene il cosiddetto prolasso uterino.
In genere, il prolasso uterino compare in seguito al parto, ma può anche dipendere dalla predisposizione ereditaria all’indebolimento dei muscoli pelvici, o all’avanzamento dell’età; l’abbassamento dell’utero verso la vagina può riguardare solo il collo dell’utero, oppure l’intero organo. I sintomi più comuni del prolasso uterino sono la sensazione di pressione nel basso addome, la perdita incontrollata di urina in seguito ad uno starnuto o a un colpo di tosse, dolori alla schiena, stitichezza e fastidio durante i rapporti sessuali.
Le mestruazioni in gravidanza
Ormai sono mesi che ogni giorno parliamo di gravidanza e credo che ormai siamo arrivati alla logica conclusione che ogni gestazione è diversa dall’altra e che nulla è assolutamente prevedibile nei lunghi nove mesi che ci separano dall’abbracciare i nostri frugoletti. Una delle situazioni meno comprensibili per noi donne quando rimaniamo incinte riguarda il cosiddetto falso ciclo, per capirci meglio alle volte accade che il ciclo arrivi regolarmente, magari con un intesità leggermente minore del solito. A me è capitato così con il mio primo figlio, effettivamente avevo tutti i primi sintomi della gravidanza, ma le mestruazioni erano arrivate con la solita precisione, ero assolutamente in preda allo sconforto e ormai avevo messo una pietra sopra al fatto che sarebbe arrivata la cicogna.
Allergie al latte: nuove linee guida
Al V Meeting di Allergologia Pediatrica si è appunto discusso di allergie dei bambini, un fenomeno in crescita un po’ in tutto il mondo. Al meeting di Milano a cui hanno preso parte 800 pediatri di 34 Paesi sono state anche presentate le nuove linee guida internazionali DRACMA (Diagnosis and Rationale for Action Against Cow’s Milk Allergy) sulla diagnosi e la terapia dell’intolleranza alle proteine del latte vaccino.
Si tratta di un documento molto importante frutto del lavoro di numerosi esperti scientifici multidisciplinari coordinati da Alessandro Fiocchi, primario del Reparto di Pediatria dell’Ospedale “Macedonio Melloni” di Milano e Presidente della Commissione Speciale sulle Allergie alimentari della WAO.
Il battello a vapore, deliziosa collana di libri per bambini
Vi abbiamo già detto quanto sia importante aiutare i bambini a prendere confidenza con i libri sin dalla più tenera infanzia; abituare i piccoli dapprima a manipolare, poi ad osservare e, quindi, a leggere i libri adatti alla loro età, è infatti un ottimo strumento educativo, utile a sviluppare la loro fantasia e creatività agevolando anche l’apprendimento della lettura, nonchè una splendida occasione per cementare il vostro legame affettivo con loro (ricordate che nei primi anni di vita sarete proprio voi a leggere per i vostri figli).
Personalmente, da lettrice appassionata, ho sempre cercato di trasmettere il mio amore per i libri al mio ometto e devo dire che oggi, che ha poco più di due anni, il mio cuore si riempie di gioia quando al pomeriggio mi chiede di prendere un “billo” e vederlo poi tutto intento a fingere di leggerlo ad alta voce. Naturalmente, sono sempre stata sempre molto attenta a scegliere i libri più adatti alla tappa dello sviluppo che stava attraversando, ed è stato proprio nella mia ricerca incessante dei libri “migliori” che ho scoperto il Battello a vapore, una collana di libri rivolti a bambini e ragazzi da 0 a 11 anni, pubblicati dalla casa editrice Piemme.
La dislessia nei bambini
La dislessia è una malattia che fa parte dei cosiddetti Disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa), e che consiste nella difficoltà da parte del bambino a leggere in modo corretto e fluente; spesso, insieme alla dislessia, si manifestano anche la disortografia, ovvero la difficoltà a scrivere, e la discalculia, cioè la fatica a fare i calcoli.
Questi disturbi dell’apprendimento, in genere si scoprono a scuola o all’asilo, e nonostante siano fenomeni ancora poco conosciuti in Italia, pare che ne soffra il 4% dei bambini in età scolare. È da precisare subito che il bambino che soffre di questi disturbi non ha un deficit delle capacità intellettive: è un bambino con un’emotività e un’intelligenza normali, solo con un diverso tipo di funzionamento delle competenze cognitive.
Se una volta le cause della dislessia venivano attribuite a problemi psicologici, oggi si pensa che questo disturbo sia causato da un’alterazione neurobiologica che provocherebbe il mancato funzionamento di alcune zone del cervello coinvolte nel processo della lettura. Secondo alcune ricerche, la dislessia sarebbe di origine congenita, e a testimonianza di questa tesi c’è il fatto che colpisce prevalentemente i maschi, è preceduta da problemi di linguaggio e, a volte, è ereditaria.
Il congedo di paternità
All’interno di Gazzetta del Lavoro, il blog dedicato al lavoro ci siamo occupati già del congedo di paternità. Come ben sappiamo nel caso in cui la madre fosse impossibilitata ad occuparsi del piccolo, il padre può astenersi dal lavoro.
Ma non solo. Infatti secondo una recente norma il papà ha diritto al congedo anche nel caso in cui la madre sia casalinga.
Rivediamo i principali punti.
L’INPS ha accolto la sentenza del Consiglio di Stato (n. 4293 del 09.09.2008, Sezione VI) che ha esteso la norma dei riposi giornalieri anche al padre anche nel caso in cui la madre è casalinga e risulti impegnata in attività che la distolgano dalla cura del neonato. A questo scopo la madre casalinga è considerata alla stregua della “lavoratrice non dipendente”
Parto naturale: il melograno favorisce le contrazioni uterine
Se qualcuno ti dicesse che esiste una sostanza naturale che stimola il parto senza ricorrere alle varie tecniche di induzione del travaglio saresti contenta? Io credo proprio di si. Allora ecco questa nuova ricerca che promette sfruttare le proprietà di un frutto per favorire le contrazioni uterine, infatti l’estratto di melograno, oltre ad essere un noto antiossidante e antinfiammatorio, sembra che aiuti l’utero a contrarsi, lo sostiene uno studio realizzato da un gruppo di ricercatori dell’University of Liverpool, nel Regno Unito, e pubblicato su Reproductive Sciences. La sostanza proveniente dal melograno si chiama beta-sitosterolo ed è uno steroide che si trova soprattutto nei semi del frutto e che come già detto si propone di diventare una sorta di ossitocina naturale.
Non è vero che in gravidanza si perde la memoria
Non so voi, ma quando aspettavo i miei due bambini ho avuto la sensazione che il mio cervello fosse andato in tilt, dimenticavo le cose, ero sbadata e sovrappensiero, calcolando che invece in tempi non sospetti la mia concentrazione è sempre stata altissima e la mia memoria mi ha sempre permesso di risparmiare i soldi per le rubriche telefoniche, la cosa mi è sembrata alquanto strana. E la cosa non è cambiata quando sono nati i bambini e la mia memoria ha inevitabilmente perso di smalto. Personalmente ho sempre pensato che ci fosse una relazione tra memoria, gravidanza e maternità, ma una nuova ricerca arriva dall’Australia per sfatare questo mito che, secondo i risultati ottenuti, è assolutamente privo di fondamento. Il British Journal of Psichiatry ha pubblicato questo studio volto ha dimostrare che la gestazione non influisce sul cervello e sulla sua concentrazione e condotto dall’Australian National University.
Portare i bambini in braccio, il gesto più naturale del mondo
Portare i bambini in braccio è il gesto più naturale del mondo; tuttavia nelle società occidentali, dove per il trasporto dei piccoli si preferisce ricorrere a carrozzine e passeggini, è un po’ caduto in disuso rimanendo un gesto limitato a brevi momenti, tipicamente quelli in cui il bambino richiede attivamente consolazione o lo si vuole coccolare o intrattenere, anche per il timore che il piccolo cresca “viziato”.
Non è così invece in culture diverse dalla nostra, dove “portare i bambini addosso” anche mentre si è affaccendati in casa, è del tutto normale; negli ultimi anni però questa abitudine comincia a prendere piede anche nel nostro paese, da un lato grazie all’influenza di questi modelli culturali, dall’altro grazie alla pubblicazione di testi che spiegano perchè, oltre ad essere più comodo, tenere sempre i piccoli addosso è un ottimo strumento educativo.
La prima visita del neonato: quando farla e in cosa consiste
Due settimane dopo la sua nascita il bambino deve effettuare la sua prima visita pediatrica, durante la quale il medico verificherà che sia tutto posto e i neo genitori potranno chiarire i loro dubbi in merito al loro nuovo ruolo. La visita di controllo del neonato può essere effettuata presso la struttura nella quale è nato, oppure in uno studio specialistico privato, e di solito viene strutturata in due fasi: la prima, che è un colloquio nel quale il pediatra parla con i genitori e ascolta le prime impressioni sul nuovo ruolo, e la seconda, ovvero la visita vera e propria.
Durante la visita vengono controllati diversi parametri per verificare lo stato di salute del piccolo, vediamo insieme quali sono. Prima di tutto il pediatra controllerà il peso, che è il parametro più importante, in quanto è indice della corretta alimentazione del bambino; in genere il peso del bambino, superato il calo fisiologico dei primi tre giorni, aumenta di 25 o 30 grammi al giorno.
Un altro parametro che valuta il medico è la lunghezza, anche se non è un dato che indica la buona salute del piccolo; anche la misura della circonferenza della testa è soggetta ad indagine da parte del medico, perché permette di verificare la velocità di crescita del cranio e, in parte, lo sviluppo del cervello.
Fertilità: via libera ad un nuovo farmaco
Emea, l’autorità europea per i farmaci ha dato il via libera ad un nuovo trattamento per la fertilità. Si tratta di
un farmaco, messo a punto dall’azienda farmaceutica Schering-Plough, a lunga durata di azione e in grado di ridurre il numero di iniezioni a cui sono sottoposte le pazienti infertili nei trattamenti di procreazione assistita. Il nuovo farmaco (corifollitropina alfa iniettabile) è indicato per la stimolazione ovarica ed è in grado di indurre lo sviluppo di follicoli multipli nelle donne sottoposte a cicli di procreazione assistita
grazie alla sua capacità di iniziare e mantenere una crescita follicolare multipla per un’intera settimana, una singola iniezione sottocutanea della dose raccomandata può sostituire le prime sette iniezioni di una qualsiasi preparazione giornaliera a base di ormone follicolostimolante in un ciclo di trattamento
Il bambino continua a succhiare il pollice, che fare?
E’ piuttosto frequente, e naturale, che i bambini sotto i due anni di età si succhino il pollice; la suzione è infatti un istinto naturale (lo sanno bene le mamme che hanno allattato con successo i propri figli), tanto che spesso è possibile osservare il feto intento in questa piacevole attività durante le ecografie.
Durante i primi mesi di vita del neonato, l’atto del succhiare, legato dapprima solo all’assunzione del nutrimento, assume una valenza ulteriore e il pollice, esattamente come il ciuccio, comincia a rappresentare un sostituto del seno materno cui il bambino ricorre, nelle situazioni di stress, per ottenere la consolazione che in quel momento la sua mamma non può offrire; si tratta quindi di uno strumento di autoconsolazione indispensabile per il piccolo.
Nella gran parte dei casi i bambini smettono di succhiarsi il pollice entro i tre-quattro anni di vita, prima di quest’epoca non è quindi necessario forzarli perchè abbandonino questo comportamento che ha per loro, come abbiamo visto, un valore altamente funzionale; altre volte invece l’abitudine di succhiarsi il dito permane oltre quell’età ed è proprio in quest’ultimo caso invece che occorre aiutare il bimbo a smettere, pena l’insorgenza di infezioni e malformazioni dell’arcata dentaria.