Il magnesio in gravidanza

magnesio in gravidanza

Il magnesio è un minerale essenziale durante la gravidanza, in quanto contribuisce alla riduzione della pressione sanguigna e alla produzione di energia, aiuta le cellule muscolari a rilassarsi, ha una forte azione antidepressiva ed è fondamentale per l’equilibrio nervoso. Il magnesio è presente in molti alimenti, tra i quali la frutta secca, il pesce e le verdure, e le dosi giornaliere raccomandate vanno dai 150 ai 500 mg.

Durante la gravidanza l’introito di magnesio va aumentato in quanto anche il feto ne ha bisogno, e per procurarselo “attinge alle scorte” della mamma. Nel periodo della gestazione il magnesio svolge un ruolo fondamentale, in quanto è in grado di prevenire la formazione di crampi, riduce il rischio di pressione alta, regola il tono muscolare e diminuisce la possibilità di un parto prematuro; inoltre, è in grado di prevenire fastidiosi disturbi tipici dei nove mesi come stanchezza e debolezza.

Anche durante l’allattamento l’introito di magnesio deve essere aumentato, tanto che, in caso di carenza, è il medico stesso che ne consiglia l’assunzione tramite gli integratori.

Ecco quanto costa un bambino nel primo anno di vita

spese bambino nel primo anno di vita

L’altra sera all’interno del TG5 ho sentito un servizio molto interessante e relativo alle spese che dei neo genitori devono sostenere nel corso del primo anno di vita del loro piccolo. Ebbene le cifre sono molto alte e in questi tempi di crisi probabilmente sono molte le coppie che (per il momento) accantonano proprio per questo motivo l’idea di allargare la famiglia.

Spulciando un po’ nel web ho trovato un’interessante inchiesta di Federconsumatori relativa proprio alle spese che si devono sostenere per mantenere un bambino nel suo primo anno di vita. Pensate che si va da un minimo di euro 5.828 ad un massimo di euro 12.988: cifre alte e che rispetto al 2008 sono aumentate rispettivamente del 4% e del 3%.

Subito dopo il salto due interessanti tabelle estrapolate dal sito Federconsumatori relative alle varie spese suddivise per tipologia.

Trucchi e creme in gravidanza sono sicuri?

truccarsi in gravidanza

Le future mamme si sa sono tutte bellissime; da un lato perchè la loro felicità è tale da renderle semplicemente raggianti, dall’altro perchè, questo è vero soprattutto durante il terzo trimestre, gli ormoni attivati dalla gestazione sono in genere una mano santa per la bellezza di pelle e capelli. Tuttavia moltissime donne, ed è giustissimo che sia così, durante la gravidanza non intendono rinunciare all’abitudine di curare il proprio aspetto con fondotinta, cipria, fard, rossetto e rimmel.

D’altra parte, a differenza di quanto abbiamo visto appena ieri a proposito dell’uso di tinture per capelli in gravidanza, non sembrano esistere particolari controindicazioni all’uso di cosmetici comuni come quelli che abbiamo appena citato; io stessa quando aspettavo mio figlio ho continuato tranquillamente a truccarmi come al solito. L’unica accortezza necessaria per non nuocere alla salute del feto, come abbiamo visto ieri, sembra essere quella di evitare smalti e acetoni, soprattutto nel corso dei primi cinque mesi.

Obesità e parti prematuri: ecco il legame

obesità e parti prematuri

Come abbiamo scritto diverse volte l’aumento di peso in gravidanza non deve essere eccessivo, e possibilmente, neanche quello prima di essa, in quanto l’aumento di peso della gestante influisce sulla durata della gravidanza, e può determinare quindi, un parto prematuro. Secondo lo studio di un gruppo di ricercatori della Boston University School of Medicine, dello Slone Epidemiology Center e della Boston University School of Public Healt, pubblicato sull’autorevole rivista Epidemiology, obesità e parti prematuri sarebbero direttamente collegati.

Obesità e parti prematuri: ecco il legame

Si parla di parto prematuro quando il neonato nasce prima della trentasettesima settimana di gravidanza, e secondo le stime, in Italia sarebbero circa 6.000 i parti precoci ogni anno; certamente il peso non è l’unico fattore che determina una nascita pretermine, ma di sicuro ha molta influenza.

Un’esperienza di vita, tre giorni in un reparto di neurochirurgia infantile

bambini-malati-neurochirurgia-infantile-gemelliBuongiorno mamme, oggi voglio raccontarvi una storia, una cosa personale che però credo possa essere utile anche a voi, sotto molti punti di vista. Per me oggi è un giorno speciale perché dopo tre anni è la prima mattina che mi sveglio senza lo stesso pensiero fisso nella mente. Due giorni fa la mia piccolina è stata sottoposta ad un intervento chirurgico per togliere quella che i medici chiamavano “tumefazione”, un bozzetto che aveva sulla testa e con la quale è nata. Una cosa che cresceva con il tempo e che nessuno medico ha saputo dire cosa fosse, nonostante avesse fatto ecografie, tac e radiografie. Dopo aver girato diversi medici, ho avuto il nome di un professore di neurochirurgia infantile del Policlinico Agostino Gemelli di Roma, Concezio Di Rocco che mi ha consigliato di asportare la ciste. Sono passati i mesi e un bel giorno siamo stati chiamati per l’operazione, la paura ci divorava e non sapevamo se essere felici di poter mettere (speravamo) la parola fine a questo incubo oppure essere spaventati da quanto ci aspettava.

Test casalingo per scoprire infertilità maschile

infertilità maschile e test casalingo

Abbiamo già affrontato il discorso relativo all’infertilità e di come possa dipendere sia dall’uomo che dalla donna; non dimentichiamoci poi che in certi casi la causa resta sconosciuta. In questo articolo focalizzerò l’attenzione sull’uomo; pensate che nel corso degli ultimi 50 anni la percentuale di milioni di spermatozoi per millilitro si sarebbe quasi dimezzata. Per questo motivo circa il 35% dei casi di infertilità ha una causa maschile.

Un istituto di ricerca olandese ha ideato un test ad hoc per scoprire se si è fertili e di quanti spermatozoi attivi si dispone. Pensate che questo test proprio come se fosse un test di gravidanza si può tranquillamente fare a casa; si tratta di uno strumento con un chip della lunghezza di dieci centimetri che in pochi istanti è in grado di fornire già la risposta.

Le tinture per capelli in gravidanza

tinture per capelli in gravidanzaLa gravidanza è oggi più che mai una delle fasi più delicate nella vita di una donna; a differenza di quanto accadeva un tempo infatti di fronte alla scoperta di attendere un figlio cominciano ad affollarsi nella mente della futura madre, accanto al più che naturale “Sarà sano?”, una serie di interrogativi solo in apparenza superficiali: molti riguardano il divieto o meno di consumare alcuni tipi di alimenti (si vedano i frutti di mare), altri l’opportunità di continuare a ricorrere durante l’attesa alle cure estetiche che “prima” ci eravamo sempre concesse certissime della loro innocuità. Sono tantissime ad esempio le future mamme che chiedono al ginecologo se possono continuare a tingersi i capelli durante la gravidanza o se questo possa nuocere in qualche modo alla salute del nascituro.

In effetti, quando ci si tinge i capelli le sostanze contenute nei coloranti possono penetrare nell’organismo, seppure in minima parte, e raggiungere il feto attraverso la placenta; questa “invasione” potrebbe mettere a repentaglio la salute del piccolo, soprattutto quando le tinte impiegate contengono sostanze quali ammoniaca e resorcina. Si comprende quindi quanto sia sconsigliabile ricorrere alle tinture per capelli in gravidanza, perlomeno nel primo trimestre quando il feto è nella fase di formazione degli organi.

Assumere i probiotici in gravidanza: ecco tutti i benefici

probiotici in gravidanza

Assumere probiotici in gravidanza fa bene sia alla mamma che al bambino; a ribadire questo concetto è stato un recente studio apparso sul Journal of Nutrition. Un problema molto comune nelle donne in gestazione è l’elevata presenza di zuccheri nel sangue, con il rischio di ritrovarsi affette da diabete gestazionale; ma non solo, l’alto contenuto di zuccheri nel sangue della madre può provocare al nascituro problemi futuri come obesità infantile e diabete.

Il Dottor Raakel Luoto dell’Università finlandese di Turku, ha condotto uno studio nel quale ha scoperto come l’uso di probiotici durante la gravidanza possa ridurre il rischio di diabete gestazionale di circa il 20%; pare inoltre, che i benefici dell’uso di probiotici si trasmettano anche al feto, il che si traduce in un peso adeguato per il bambino.

Per le mamme è stressante accompagnare i figli a scuola

bambini in auto e mamme stressateSecondo i risultati di una ricerca commissionata dalla Uniroyal, brand del gruppo Continental Rubber (produttore europeo di pneumatici) il momento di massimo stress per le mamme è quando devono prendere l’auto ed accompagnare i figli a scuola.

Pensate che il 45% delle intervistate stressate aggredisce con urla gli altri guidatori; va detto che questo comportamento influisce in maniera negativa anche sui bambini che in quel momento di trovano in macchina.

Svezzamento: quando introdurre l’uovo nell’alimentazione del bambino

dare uovo al bambino

Spesso l’uovo è accusato di essere un alimento nocivo per la salute: in realtà è nutriente, saziante e anche digeribile, basta saperlo cucinare bene, ed è prezioso anche nell’alimentazione del bambino, perché è ricco di proteine ad alto valore biologico, ovvero come quelle della carne, e contiene tutti gli aminoacidi essenziali.

Il tuorlo è un’ottima fonte di minerali, come ferro, calcio, fosforo e di vitamine del gruppo A, B e D; inoltre l’uovo è ricco di grassi insaturi, ovvero quelli “buoni” ed è, quindi, molto saziante. Attenzione, però alle quantità, in quanto l’uovo contiene anche molto colesterolo, e quindi è consigliabile offrirlo al bambino non più di una volta a settimana.

La sindrome di Edwards

sindrome di edwards

La sindrome di Edwards, nota anche come Trisomia 18, è una malattia genetica molto rara (si stima che ne sia affetto 1/8000 nuovi nati) causata dalla presenza in triplice copia del cromosoma 18 in ciascuna cellula. La sindrome determina un grave ritardo di crescita (anche intrauterina), ritardo mentale e malformazioni multiple a carico di quasi tutti gli organi e degli arti.

Purtroppo, le complicanze associate alla sindrome di Edwards sono tali da determinare nella gran parte dei casi la morte del bambino entro pochi mesi di vita, soprattutto a causa di problemi cardiaci. I bambini che sopravvivono oltre l’anno di vita presentano gravi deficit cognitivi e motori e la loro aspettativa di vita è comunque molto ridotta (un solo bambino su 500.000 sopravvive oltre i dieci anni di età.

Helan e la linea di prodotti naturali per l’igiene dei bambini

Accappatoio Fiocco di Cotone

Voglio parlarvi di Helan, azienda che produce prodotti a partire da materie prime naturali ma seguendo il rigore scientifico dei laboratori di ricerca.  Tra le tante linee che realizzano è presente anche una Linea Bimbi, dedicata appunto ai più piccoli che come sappiamo necessitano di prodotti molto delicati. Come contenuto all’interno del sito, tutti i cosmetici di questa linea sono testati da esami clinico-dermatologici, effettuati senza l’impiego di animali, che ne certificano l’idoneità in campo pediatrico.

Quando i neonati iniziano a sorridere?

sorriso neonato

Il sorriso è un’espressione innata che il neonato fa fin dalla prima settimana di vita; in questa fase iniziale il sorriso non ha una funzione comunicativa, bensì è una mera reazione fisiologica, generalmente associata e prodotta da sensazioni di benessere. Questa specie di sorriso si manifesta con uno stiramento delle labbra e spesso compare dopo la poppata, quando il bimbo si addormenta, oppure in seguito ad uno stimolo esterno, come un massaggio o una coccola particolarmente gradita. Secondo gli studiosi, questo sorriso corrisponderebbe alla volontà del piccolo di attirare l’attenzione della madre.

Dalla quarta o quinta settimana di vita compare il primo vero sorriso, riconoscibile dallo stiramento dei muscoli del viso e dalla luce più intensa degli occhi. Dopo il primo mese di vita il sorriso del bambino è stimolato dai rumori acuti, in quanto riesce a riconoscere suoni simili a quelli sentiti attraverso il pancione della mamma; in questa fase si tratta ancora di un sorriso “generico”, ovvero che il bambino riversa a tutti coloro che interagiscono con lui, in quanto non riesce a distinguere un viso dall’altro.

La sindrome di Turner

sindrome di turner

La sindrome di Turner, conosciuta anche con il nome di disgenesia gonadica, è una patologia causata da un’anomalia genetica a carico del cromosoma X; ad esserne affette sono esclusivamente donne e si stima che abbia un’incidenza di 1 su 2500 nate.

Nella maggior parte dei casi a causare la sindrome è l’assenza di uno dei due cromosomi X in tutte le cellue mentre in alcune forme più rare essa è determinata da un’anomalia cromosomica strutturale in cui cioè entrambi i cromosomi sessuali sono presenti ma uno di essi risulta danneggiato. In altri casi ancora invece solo alcune cellule posseggono il cromosoma X in duplice copia, mentre altre ne presentano solo uno (la cosiddetta forma a mosaico).

Le donne affette da sindrome di Turner presentano tipicamente caratteri sessuali secondari poco sviluppati (a causa di anomalie ovariche che comportano una bassa produzione di estrogeni), amenorrea primaria o menopausa precoce, infertilità. Altre manifestazioni cliniche comprendono bassa statura, torace a scudo (gabbia toracica ampia e piatta), collo corto, gonfiore di piedi e mani, cui possono aggiungersi complicanze cardiache, malformazioni renali, predisposizione allo sviluppo di malattie autoimmuni e all’osteoporosi, miopia o strabismo. Non è invece presente ritardo cognitivo.