La festa della mamma, la mia!

festa della mamma

Per motivi che non sto qui a raccontarvi, io ci ho messo un bel po’ di tempo a decidermi ad avere un bambino. In tutti quegli anni però non ho mai dubitato neppure un istante del fatto che un giorno anche io sarei diventata madre ed avrei avuto un frugoletto da stringere tra le braccia, quindi passavo spesso del tempo a fantasticare su tutto ciò che io e il mio bimbo (l’ho sempre immaginato maschio) avremmo fatto insieme: giocare, leggere, chiaccherare. Certo devo ammettere che l’idea delle prime poppate, dei pannolini e dei capricci non mi sfiorava neppure ma credo che questo (per fortuna!) sia piuttosto comune.

Immaginavo invece le sue piccole manine e suoi piedini dolcissimi, le prime parole, i sorrisi, mi sentivo felice sapendo che un giorno la festa della mamma sarebbe stata anche la mia festa e gioivo al pensiero di ricevere un dono, anche un solo bacio, che celebrasse il nostro legame, il nostro reciproco stare insieme. Per i suoi primi anni di vita però ho dovuto “accontentarmi” degli auguri di amici e parenti che, carinamente, hanno pensato a me in quel giorno…almeno fino a ieri:

Festa della Mamma con Pangea Onlus

Pangea Sostieni una mamma Sostieni il futuroTra pochi giorni sarà la Festa della Mamma. Perché non fare un gesto concreto ed aiutare tutte quelle mamme più sfortunate? Voglio quindi parlarvi del progetto ideato da Pangea e chiamato “ Sostieni una mamma. Sostieni il futuro”.

Sono ancora tante, troppe, le mamme che soprattutto nei paesi più poveri muoiono per via di complicazioni legate alla gravidanza, al parto o al post parto. E purtroppo la morte di queste donne spesso è accompagnata anche da quella del piccolo.

Sono soprattutto donne molto giovani, adolescenti che a volte sono costrette addirittura a partorire in periodi di tempo troppo ravvicinati; donne a volte obbligate anche a matrimoni precoci o addirittura vittime di violenze. Il 50% delle donne al mondo partorisce da sola o assistita da persone non esperte.

Agriasilo, ovvero l’asilo a contatto con la natura

agri asili

Il rapporto tra bambini e animali è da sempre molto importante, e proprio nell’ottica di avvicinare i più piccoli agli animali, si sta diffondendo un nuovo tipo di asilo chiamato agriasilo, ovvero degli spazi ricavati all’interno degli agriturismi affinché i bambini possano stare a contatto con la natura; questi spazi sono nati in collaborazione con Donne Impresa della Coldiretti, e le regioni già attrezzate sono Piemonte, Veneto, Friuli e Trentino, anche se le richieste arrivano da tutte le regioni italiane.

Negli agri asili i piccoli sono incentivati a costruire i giochi con quello che trovano in giro nei campi, proprio come avveniva nella tradizione contadina, a mangiare i prodotti della terra e ad imparare a conoscere gli animali e a rispettarli; gli agri asili sono adatti a bambini da 0 a sei anni, e ogni classe è formata da circa 10 bimbi. Adriana Bucco, presidente di Donna Impresa spiega:

È una didattica sul campo, un modo per tornare ai ritmi della natura e scoprire, per esempio, che non in tutte le stagioni si trovano gli stessi frutti.

Mangiare la pappa a scuola è un appuntamento piacevole, almeno per mio figlio!

bambini mangiano al nido

Sin dal primo giorno di inserimento all’asilo nido il mio cruccio più grande è stata la pappa; fino a quel momento infatti ero sempre stata io a preparare i pasti a mio figlio e ad assicurarmi che finisse il piatto beatamente seduto sul suo seggiolone. Quando dovetti portarlo al nido per riprendere il mio lavoro però cominciai a temere che non avrebbe mangiato volentieri lontano da casa e soprattutto mi pesava il fatto di non essere più io a nutrirlo; da un lato mi mancavano tanto quei momenti in cui stavo a contemplarlo mentre si strofinava la pasta al pomodoro dappertutto (ha voluto mangiare solo sin dal decimo mese di vita), dall’altro mi sentivo un po’ in colpa per la mia assenza.

Di recente però ho scoperto che se anche la mia malinconia resterà lì almeno per qualche altro anno, il senso di colpa che ho provato fino ad ora rischia di ridimensionarsi un po’. E vi racconto perchè.

I feti sono in grado di difendersi dalle infezioni

i feti si difendono da soli dalle infezioniFeti indifesi? Assolutamente no! Pensate che già dalla 21esima settimana sarebbero in grado di difendersi dalle infezioni usando proprio le loro stesse cellule immunitarie. Questo almeno è quanto emerso da una ricerca condotto dall’Immunologia Medica di Bruxelles.

Prima di questo studio era idea comune ritenere che le cellule del feto non fossero mature per essere utili e che quindi i feti si aiutassero con gli anticorpi delle mamme. Invece sembra non essere così e che i feti abbiano “armi” per potersi difendere da soli; una scoperta molto importante e che potrebbe portare allo sviluppo di nuovi vaccini sia per i neonati che per i bambini che ancora non sono nati.

Lo svezzamento del bambino dai 4 ai 6 mesi: la frutta e la prima pappa

svezzamento-prima-pappaLo svezzamento dai 4 ai 6 mesi

Eccoci qui finalmente ad iniziare la nuova guida allo svezzamento, in questo primo appuntamento parleremo dell’inizio delle svezzamento e dunque dell‘introduzione della frutta e della prima pappa.

Quando e come iniziare a dare il vasetto di frutta durante lo svezzamento?

Molti pediatri concordano nel fissare il momento del vasetto di frutta all’inizio del quarto mese di vita del piccolo, la prima frutta infatti serve per abituare il piccolo alle nueve consistenze, ai nuovi sapori ma soprattutto per fargli prendere dimestichezza con l’amato/odiato cucchiaino. La frutta con cui iniziare è la pera poiché è quella con meno potere allergizzante, successivamente si passa alla mela. Di solito si inizia con un assaggio, poi si passa a 20 grammi al giorno per poi arrivare a dare un vasetto intero (80-100 grammi) da mangiare tutto in una volta oppure frazionato durante la giornata. Meglio scegliere le marche di omogeneizzati che non aggiungono zuccheri alla frutta per evitare di iniziare da subito con le ipercalorie.
Quando il bambino è allattato esclusivamente al seno e la crescita è buona il pediatra potrebbe decidere di slittare il momento della frutta a cinque mesi mentre nel caso si tratti di un bambino che soffre di reflusso gastroesofageo questo momento potrebbe essere anticipato al terzo mese e mezzo.

Il nevo gigante nei bambini

nevo gigante

Cos’è il nevo gigante?

Il nevo gigante è una malattia rara, dovuta ad una malformazione congenita caratterizzata da una macchia scura distribuita su un’ampia superficie del corpo; in pratica, si tratta di un neo molto grande. Si parla di nevo gigante quando esso possiede un diametro superiore ai 20 centimetri.

Quali sono le cause del nevo gigante?

Le cause di questa malattia non sono ancora note, ma si ipotizza che possa dipendere da un trauma subito dal feto: in seguito a piccoli incidenti si potrebbe verificare un accumulo di melanociti, le cellule che producono melanina, in determinate zone della pelle del bambino; quest’accumulo potrebbe dare origine proprio al nevo. Il nevo può svilupparsi su qualsiasi tipo di pelle e carnagione, non ci sono popolazioni più o meno colpite da questa malattia.

La respirazione del bambino, impariamo a controllarla

controllare respiro bambini

Durante i primi anni di vita è piuttosto frequente che i bambini abbiano delle piccole difficoltà respiratorie spesso a causa di raffreddori, catarro e influenze che coinvolgono naso, gola, orecchie e seni paranasali anche dopo essersi risolte. E’ comune infatti che in seguito a una serie di raffreddori le adenoidi possano ingrossarsi e portare il bambino a respirare male con il naso e che durante una normale influenza invece il respiro aumenti di frequenza.

Mentre in alcuni casi non è necessario allertare il pediatra in altri invece è opportuno chiederne il parere perchè prescriva le cure adeguate o, dove necessario, ulteriori accertamenti; ad esempio è opportuno far visitare il bambino che respira male con il naso se va in apnea per qualche secondo durante la notte perchè questo potrebbe indicare un’ostruzione delle vie respiratorie.

Omega-3 fondamentali per i piccoli prematuri

prematuri.crescita.mozart 1Quando ero incinta dei miei due bambini il mio ginecologo oltre  a prescrivermi la classica dose di acido folico, mi prescrisse anche un’altra pasticca che si chiamava Aladin DHA dicendomi che era fondamentale per lo sviluppo del bambino. Oggi navigando in rete ho trovato finalmente la motivazione. L’Acido docoesaenoico (DHA) o Omega 3 di cui la medicina era composta si ritiene essere un componente essenziale per il cervello e le guaine di rivestimento e protezione del sistema nervoso e, di conseguenza, indispensabile per la crescita e lo sviluppo del cervello dei bambini. Soprattutto dei prematuri che abbandonando la pancia della mamma troppo presto non possono usufruire degli acidi grassi che si accumulano nei tessuti e che tanto sono importanti per la “costruzione” del cervello che si sta sviluppando.

Molte mamme vivono in povertà

povertà delle mamma in Italia

La gravidanza, la maternità sono o sarebbe meglio dire dovrebbero essere moneti bellissimi, indimenticabili; per molte donne è così ma non per tutte.

Pensate che secondo i risultati dell’11esimo Rapporto su Lo Stato delle Madri nel Mondo di Save the Children e il nuovo Rapporto Fondazione Cittalia – ANCI Ricerche per Save the Children su Le condizioni di povertà tra le madri in Italia diffuso proprio pochi giorni prima della Festa della Mamma si evince che ben un milione di donne con figli sotto i 18 anni vive in povertà in Italia. Il nostro paese all’interno di una speciale classifica benessere materno infantile nel mondo si trova al 17esimo posto.

“Sailing for children”: la regata di solidarietà in favore dei bambini

sailing for children

Ancora un’iniziativa di solidarietà in favore dei bambini; quella di cui vi vogliamo parlare oggi si terrà sabato 8 maggio e si chiama “Sailing for Children – Trofeo Scuola Vela”. La manifestazione è organizzata dalla Capitaneria di Porto-Guardia Costiera di Roma con il patrocinio del Senato della Repubblica, della Regione Lazio, della Provincia di Roma e dei Comuni di Roma e Fiumicino, e vedrà contendersi la vittoria, sulle acque del litorale romano, 50 imbarcazioni con partenza e arrivo dal Porto Canale di Fiumicino.

Le vele delle imbarcazioni saranno simbolicamente di colore bianco, per mostrare la vicinanza e la solidarietà ai progetti di accoglienza per le famiglie dei bambini ricoverati e assistiti dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma; ogni anno i bambini che vengono accolti e curati dall’Istituto sono tanti: i numeri parlano di 35mila piccoli, dei quali il 30% proviene da diverse regioni italiane e dall’estero.

Riposino pomeridiano, cosa fare se il bambino lo rifiuta

riposino pomeridiano bambini

Di solito i bambini continuano a fare il pisolino pomeridiano almeno fino ai tre anni di età. Si tratta di un appuntamento di fondamentale importanza non solo perchè concede un po’ di tregua alle mamme ma anche, anzi soprattutto, perchè  permette al piccolo di arrivare più sereno alla fine della giornata e favorisce i suoi processi di apprendimento; nel sonno infatti il piccolo rielabora informazioni ed eventi della giornata e li metabolizza facendoli propri.

Alcuni bambini però, nonostante tutti i tentativi della loro mamma, si rifiutano strenuamente di addormentarsi per un po’ nel primo pomeriggio arrivando così a sera stanchi e irritabili. Cosa potete fare se questo è il vostro caso? Provate a seguire queste semplici regole:

Senza sole in gravidanza i piccoli rischiano la sclerosi multipla

senza sole in gravidanza i bambini a rischio sclerosi multiplaCi sono donne che durante la gravidanza non si espongono al sole per paura di danneggiare il feto; eppure stando ai risultati di uno studio australiano le donne che nel corso dei primi tre mesi di gravidanza non si espongono a sufficienza al sole possono aumentare il rischio che nel corso degli anni il nascituro contragga la sclerosi multipla.

Non esponendosi al sole c’è una privazione della maggiore fonte di vitamina D.

Lo studio ha preso in esame più di 1500 pazienti che hanno questa malattia (che può portare anche a disabilità permanente) nati tra il 1920 ed il 1953 ed è emersa una concentrazione maggiore di nati nei mesi di novembre e dicembre. Mesi in cui le mamme per evitare il freddo restano al coperto.

I feti femminili resistono maggiormente allo stress materno in gravidanza

feto-stressA volte a noi donne dicono che siamo troppo forti, cocciute e determinate, ma nessuno ci aveva mai detto che questi nostri piccoli difetti nascerebbero direttamente nel pancione e che sono molto importanti per la sopravvivenza dei feti femminili allo stress della madre in gravidanza. Sembra infatti che al contrario i feti maschili siano più soggetti a nascita prematura e blocco della crescita intrauterina nel caso in cui la mamma durante la gravidanza si sia sottoposta a stress psico-fisico, se abbia abusato di alcol, fumo o se abbia contratto infezioni. La differenza principale tra la reazione allo stress del feto di sesso maschile e quello femminile riguarda i tempi in cui essi sono in grado di mostrare una reazione positiva allo stress, il maschio nei primi mesi è più forte ma la sua risposta diventa negativa nel caso in cui la situazione negativa si protragga nel tempo, il feto di sesso femminile riesce a gestire le situazioni di stress anche sul lungo periodo conservando uno sviluppo costante.