In questo caldo sabato di giugno mentre passeggiavo in un grande centro commerciale di Roma guardavo i miei figli e pensavo “mamma mia sono quasi gemelli!” ed effettivamente è così, tra i due ci sono solo 15 mesi, il che vale a dire che sono rimasta incinta della seconda quando il maschietto aveva solo sei mesi. Vi starete chiedendo, ma come mai ci sta raccontando tutto questo? Semplice, perché volevo parlare con voi della giusta differenza di età che ci deve essere tra due fratelli.
Quando dare gli integratori ai bambini
Calcio, vitamina D, ferro e fluoro sono nutrienti indispensabili per lo sviluppo del bambino e di solito e sufficiente che questo segua un’alimentazione sana ed equilibrata per assumerne le quantità giornaliere raccomandate dai nutrizionisti. Tuttavia, per i motivi più svariati, non sempre la dieta è sufficiente e il pediatra può decidere di prescrivere al piccolo degli integratori sotto forma di gocce, capsule, pastiglie effervescenti, bustine solubili o pastiglie, soprattutto nella primissima infanzia e in adolescenza.
Vediamo perchè queste vitamine e sali minerali sono importanti e cosa possiamo fare per assicuraci che il piccolo ne assuma le giuste quantità:
Calcio
Oltre a consolidare e rafforzare ossa e denti, il calcio favorisce la coagulazione del sangue e la contrazione dei muscoli volontari e involontari. Livelli troppo bassi di questo minerale possono causare rachitismo e fragilità ossea mentre livelli troppo alti possono determinare disturbi ai reni e concorrere alla formazione di calcoli.
Una eventuale carenza di calcio può insorgere al momento dello svezzamento se nella dieta del bambino mancano i cibi che ne sono più ricchi: formaggi, latte e yogurt ma anche broccoli, pomodori, vegetali con foglie, legumi, riso integrale e tuorlo d’uovo.
L’importanza del giusto microclima domestico per la salute dei bambini
Quando in casa arriva un bebè è fondamentale che i genitori tengano sotto controllo ogni dettaglio. Tutto, anche ciò che prima appariva insignificante, deve essere a prova di bambino. Uno degli aspetti di primaria importanza da considerare è l’ambiente in cui il nuovo arrivato dovrà vivere. Nello specifico, l’aria di casa dovrà essere ottimale per la salute dei bambini. Nei neonati, infatti, i meccanismi di termoregolazione, che consentono di mantenere una temperatura corporea costante, non sono ancora del tutto funzionanti. Questo comporta, da parte del bambino, un maggior consumo di ossigeno in presenza di sbalzi di temperatura e di umidità. Per questo, spetta ai genitori garantire al bebè la cosiddetta termoneutralità: un ambiente ottimale in cui il bambino sarà in grado di mantenere la propria temperatura corporea senza dispendio di energia.
Famiglia numerosa, chi può permettersela?
Nei vostri sogni di ragazza c’è sempre stata una famiglia numerosa? E quando siete diventate donne il vostro sogno è diventato realtà o, fatti i conti con la vita, avete dovuto ridimensionarlo? Capita infatti che il desiderio di avere molti figli non possa essere realizzato perchè la vita pone, almeno a noi comuni mortali, degli ostacoli che non lo permettono e che non hanno nulla a che vedere con eventuali problemi di infertilità della coppia.
Se un tempo infatti erano gli strati più svantaggiati della popolazione a mettere il mondo un maggior numero di figli (e non certo perchè li cercassero) oggi sembra che la tendenza si sia invertita e che avere una famiglia numerosa sia sempre più spesso prerogativa dei ceti sociali più abbienti. In altre parole, sembrerebbe che a fare tanti figli sia solo chi può permettersi di mantenerli e non solo economicamente.
Gravidanza, anche i papà ingrassano
Durante la gravidanza è naturale e fisiologico che la donna metta su qualche chilo. Ad ingrassare, però, non sono solo le future mamme. Aspettare un bambino, infatti, fa ingrassare anche i futuri papà. A rivelarlo è uno studio condotto in Gran Bretagna su ben 5 mila uomini. Dall’analisi è emerso che, durante i nove mesi della gravidanza, gli uomini ingrassano in media di 6 kg. Sono diversi i fattori alla base di questa bizzarra tendenza: ansia per la gravidanza, pasti veloci, non voler far sentire a disagio la propria compagna, ecc..
Il mal di testa in gravidanza
Il mal di testa è un disturbo comune e fastidioso che colpisce principalmente le donne. Il 63% delle persone che soffrono di mal di testa, infatti, è di sesso femminile. Cefalea ed emicrania colpiscono le donne 2-3 volte di più rispetto agli uomini. Questo a causa delle fluttuazioni ormonali a cui sono soggette le donne in determinati momenti della loro vita come il ciclo mestruale. La maggior parte delle donne, infatti, subisce i più intensi attacchi di mal di testa proprio durante il ciclo mestruale ed in particolare nei tre giorni prima del ciclo e nell’ultimo giorno di mestruazioni. Proprio perché legate ai livelli ormonali, le cefalee e le emicranie subiscono una forte attenuazione durante la gravidanza.
Storia di Luca, il bimbo rapito a poche ore dalla nascita
La storia del piccolo Luca, il neonato rapito all’Ospedale di Nocera a sole tre ore dalla nascita, ha fatto tremare nei giorni scorsi l’Italia intera gettando il panico fra le future mamme che si accingono a mettere al mondo il loro bimbo in ospedale. La rapitrice infatti ha agito del tutto indisturbata e spacciandosi per un’infermiera del nosocomio campano, scena del crimine, è riuscita a portare via il piccolo dalle braccia della madre ancora frastornata per il recente parto cesareo.
Se la spaventosa vicenda pone il problema della sicurezza negli ospedali, c’è da dire però che Annarita Bonocore, la rapitrice, infermiera lo è davvero, al Cardarelli di Napoli, e che è stato soprattutto questo il motivo per cui ha avuto gioco facile: non ha dovuto travestirsi ma semplicemente indossare i suoi abituali abiti da lavoro, confondersi con le altre infermiere e introdursi nella stanza di ospedale con il suo, probabilmente consueto, atteggiamento gentile e affabile. E’ stato così che la mamma di Luca si è fidata (perchè non avrebbe dovuto?) e che l’incubo è cominciato per svanire solo circa dodici ore dopo con il ritrovamento del bambino sano e salvo in casa della Bonocore.
Tagliare i capelli al bambino
Malformazioni congenite, labioschisi e palatoschisi
Quando una coppia è in attesa di un bebè inizia a fantasticare su di lui già dalle prime settimane, immaginando un bambino sano e fisicamente perfetto. Purtroppo non sempre le fantasie dei genitori si realizzano e può succedere che il bambino nasca con delle malformazioni più o meno gravi. Tra queste vanno annoverate la labioschisi e la palatoschisi.
Cosa sono la labioschisi e la palatoschisi?
La labioschisi, detta anche cheiloschisi o labbro leporino, è una malformazione congenita del labbro. Nello specifico, si tratta della fissurazione del labbro superiore nel neonato dovuta alla mancata saldatura del labbro. La labioschisi, la cui incidenza è di un caso ogni 1000 nati vivi, può presentarsi in forme più o meno gravi: si parte da una piccola incisione sul vermiglio (la parte rossa delle labbra) fino ad arrivare alla completa separazione del labbro. La malformazione, inoltre, può colpire solo un lato del labbro superiore del neonato (labioschisi unilaterale) o entrambi i lati (labioschisi bilaterale). Nelle forme più rare la fessura può manifestarsi al centro del labbro o in quello inferiore.
La palatoschisi, invece, è una malformazione congenita che interessa il palato e che consiste in una mancata fusione dello stesso. La palatoschisi si presenta come una fessura su una o più porzioni del palato: possono essere coinvolti il palato molle (la parte priva di osso), il palato duro (la parte contenente l’osso), la cresta alveolare (dove spuntano i denti) e l’ugola. Può succedere che ad una schisi del palato si accompagni una schisi del labbro, in questo caso si parla di labio-palatoschisi.
Il Bitest in gravidanza
Cos’è il bi-test?
Il bi-test (o duo test) è una tecnica diagnostica prenatale non invasiva. Più precisamente, si tratta di un esame che viene effettuato fra la decima e la quattordicesima settimana di gravidanza allo scopo di valutare il rischio che il nascituro sia affetto da sindromi cromosomiche, specialmente da Sindrome di Down.
In cosa consiste il bi-test?
Il bitest è rappresentato da un semplice prelievo del sangue materno che viene eseguito al momento della ecografia genetica (translucenza nucale) per valutare la presenza di due ormoni: free beta-hCG (frazione libera della gonadotropina corionica) e PAPP-A (proteina A plasmatica associata alla gravidanza).
La craniostenosi: cos’è e come si cura
Cos’è la craniostenosi?
La craniostenosi è una malattia rara che colpisce il cranio dei neonati causata dalla saldatura precoce delle suture della testa e che causa una modificazione piuttosto evidente nella morfologia del cranio, la crescita del cervello infatti preme sulle suture ancora non saldate modificando visibilmente l’aspetto della testa. Esistono diverse forme di craniostenosi, le quali dipendo da quali suture si sono saldate precocemente.
Le bugie dei bambini sono segno di intelligenza
Gravidanza, quando la mamma è Rh negativo
La gravidanza è un momento straordinario ma allo stesso tempo delicato nella vita di una donna. Per questo è necessario eseguire tutta una serie di controlli per assicurare la corretta evoluzione della gravidanza. Tra gli esami principali a cui una donna in dolce attesa deve sopporsi c’è il controllo del gruppo sanguigno e del fattore Rh. E’ molto importante, infatti, conoscere il fattore Rh della coppia e della donna in particolare, in quanto questo potrebbe avere una forte influenza sulla gravidanza.
Cosa è il fattore Rh?
Il fattore Rh (fattore Rheus) indica la presenza di un antigene, nello specifico una proteina, sulla superficie dei globuli rossi. Se una persona possiede questa proteina si dice che il suo sangue è Rh positivo (Rh+) mentre se non la possiede il suo gruppo è Rh negativo (Rh-). La maggior parte delle persone, l’85% degli occidentali, il 90-95% degli afroamericani e il 99% degli asiatici, è Rh positivo. Per quanto riguarda le donne, quelle che risultano Rh negative dovranno prendere specifiche precauzioni nel caso decidano di avere un bambimo.
Quanto cresce il bambino nel primo anno di vita
Come abbiamo già visto a proposito dei bilanci di crescita, durante il primo anno di vita sarà il pediatra a valutare se lo sviluppo del bambino procede correttamente in base alla valutazione dei tre parametri fondamentali: peso, altezza, circonferenza del cranio. Premesso quindi che spetta al medico fare gli adeguati controlli e stabilire che tutto sta procedendo al meglio, cosa devono aspettarsi mamma e papà durante il primo anno? Quanto deve aumentare in peso e in altezza il pupo perchè tutto, pur con le differenze immancabili tra un bambino e l’altro, sia nella norma? Vediamolo insieme:
Quanto cresce il bambino nel primo anno: il peso
Nei primi tre mesi di vita il neonato aumenta mediamente di 800-900 grammi al mese, mentre dal terzo mese in poi questo valore scende fino a 500-600 grammi per calare ulteriormente dal nono mese di vita in poi (400-500 grammi) anche perchè il piccolo man mano che cresce diventa più attivo e consuma di conseguenza un maggior numero di calorie. Al compimento del primo anno di vita il bambino dovrebbe quindi pesare il triplo di quanto pesava alla nascita.