Rischio congestione: si può fare il bagno dopo mangiato?

paura-mare-bambiniCiao a tutte, lo scorso week end ero al mare con i bambini, erano circa le 14:30 e il mio vicino di ombrellone discuteva animatamente con il figlio di circa 3 anni sull’opportunità di poter fare il bagno in mare dopo aver mangiato, il bambino continuava ad insistere e il papà seccato rispondeva che non avrebbe voluto trascorrere l’ultimo giorno di vacanza in un pronto soccorso.

Io d’altro canto, forse da mamma incosciente non ho mai dato troppo peso a questa cosa del bagno a mare dopo mangiato ma visto che abbiamo la possibilità di approfondire questo argomento, anche per sfatare qualche mito, mi sono andata a documentare e ho capito meglio quali sono i motivi alla base di questo divieto storico che ha fatto piangere milioni di bambini su tutte le latitudini mondiali.

Il riflesso di Moro nei neonati

riflesso di moro

Il bambino, appena nato, viene catapultato nel mondo extrauterino e bombardato da numerosi stimoli sensoriali. Per affrontare il mondo esterno, il neonato ha a disposizione tutta una serie di riflessi primari, detti riflessi neonatali, che gli permettono di reagire agli stimoli esterni. Nello specifico, i riflessi neonatali sono delle reazioni involontarie che il bambino possiede fin dalla nascita e che dipendono da un sistema di controllo dei muscoli corporei ancora immaturo. I riflessi neonatali sono fisiologici nei primi mesi di vita del bambino e tenderanno a scomparire spontaneamente, al massimo, entro il primo anno di età.

Cosa è il riflesso di Moro?

Il riflesso di Moro (o di abbraccio) è uno dei riflessi primari del bambino attraverso il quale il neonato reagisce di soprassalto, con l’apertura delle braccia, a stimoli improvvisi come un rumore o quando viene poggiato bruscamente in posizione supina.

L’anemia nel bambino

anemia bambini

Il bambino è pallido, stanco, svogliato e a tratti irritabile? Forse non si tratta solo di una carnagione molto chiara che si incontra con un’indole capricciosa ma di anemia. L’anemia infatti è un disturbo piuttosto frequente nei bambini di due-tre anni di età. Questo succede perchè i bambini vengono già al mondo con una riserva di ferro insufficiente dal momento che durante le ultime settimane di gravidanza non riescono a trarne abbastanza dalla mamma.

Questa carenza di ferro innata però non è un problema durante i primi mesi di vita, poichè il sangue del bambino ha una massa ridotta e la modesta quantità di ferro che contiene gli è sufficiente. Man mano che il bambino cresce però i segni della mancanza di ferro si fanno evidenti, quando questa non viene colmata,  con la comparsa di sintomi che vengono spesso sottovalutati o equivocati.

I sensi del neonato, la vista

la vista

La vista è il senso meno stimolato nel feto durante la gravidanza. La funzione visiva, infatti, è molto limitata in epoca embrionale e si sviluppa e matura dopo la nascita. Nel grembo materno, gli occhi del bambino si formano alla ventesima settimana di gestazione anche se resteranno chiusi fino alla ventiseiesima, quando il piccolo imparerà a muovere le palpebre. Intorno alla ventottesima settimana, invece, il bambino sarà in grado di percepire la luce. Studi scientifici, infatti, hanno dimostrato che se si fa lampeggiare una forte luce sul pancione della mamma, il feto reagisce socchiudendo le palpebre. Alla nascita, il bambino riesce a vedere tutto ciò che lo circonda, grazie alla sua retina che è in grado di catturare le immagini. Il neonato, però, non riconosce quello che vede perchè il suo cervello non sa ancora elaborare ed interpretare le immagini.  

La cistite nelle bambine

cistite bambine

La cistite è una fastidiosa infiammazione della vescica che investe anche l’uretra e si manifesta con la necessità di fare spesso la pipì e bruciore durante la minzione. Nonostante non si tratti di un problema di particolare gravità, la cistite è un disturbo che tende a ripresentarsi nel tempo; per questo motivo è fondamentale contrastarla e debellarla non appena fa la propria comparsa, soprattutto nelle bambine.

La cistite, infatti, tanto comune tra noi donne, colpisce le bambine più dei maschietti sin dai primi anni di vita. Questo accade perchè nelle femminucce è più facile che la regione vulvare venga contaminata dai residui fecali, tanto più se non si osservano le opportune norme igieniche (le bambine vanno infatti lavate da davanti verso dietro).

Nella gran parte dei casi il batterio responsabile del disturbo è  il famigerato Escherichia coli, contenuto appunto nelle feci. Per arrivare a una diagnosi certa però è necessario svolgere degli esami medici non invasivi che permettano non solo di identificare con certezza l’agente patogeno, ma anche di escludere eventuali malformazioni delle vie urinarie superiori: esame delle urine completo, urinocoltura, ecografia dell’apparato urinario.

Per il feto il fumo passivo è dannoso come quello attivo

fumo passivo in gravidanzaFumare in gravidanza è assolutamente nocivo, ma ciò che forse molte donne non sanno è che anche respirare fumo passivo può rivelarsi altrettanto pericoloso. In precedenta qui sul nostro blog, abbiamo parlato di quanto il fumo passivo possa essere insidioso, annidandosi nei tessuti e nelle tappezzerie e del suo potenziale tossico per i bambini che ne vengono a contatto. In questo caso invece parliamo della salute del feto e del fatto che quando si aspetta un bambino oltre a smettere di fumare sarebbe bene fare molta attenzione ai luoghi che si frequentano, cercando di evitare nel modo più assoluto il fumo ambientale.

L’importanza della merenda nell’alimentazione del bambino

merenda

La maggior parte dei genitori tende a sottovalutare l’importanza della merenda all’interno dell’alimentazione del proprio bambino. Ha, invece, un ruolo fondamentale nel piano alimentare del bambino che deve prevedere, secondo i nutrizionisti, ben 5 pasti giornalieri. La merenda di metà mattina e quella di metà pomeriggio hanno lo scopo di spezzare la fame e aiuta, quindi, il bambino a non arrivare troppo affamato ai pasti principali. La merenda, inoltre, aiuta a distribuire meglio l’energia e i nutrienti durante tutta la giornata e questo, secondo gli specialisti, prevenirebbe l’obesità infantile.

I sensi del neonato, il gusto

il gusto

Il bagaglio di sapori che il bambino porterà con sè per tutta la vita inizia a svilupparsi molto presto. Il gusto, infatti, come gli altri sensi del neonato, è già sviluppato alla nascita e in epoca embrionale. Nel dettaglio, a partire dalla dodicesima settimana di gestazione, nel feto si formano le papille gustative e dalla tredicesima il gusto può considerarsi formato. Il feto, infatti, riesce a percepire e riconoscere determinati sapori che gli arrivano dalla mamma attraverso il liquido amniotico. E’ stato dimostrato che il bambino è addirittura in grado di cacciare la lingua per assaporare il liquido amniotico. E’ questo il momento, secondo gli esperti, in cui si iniziano a delineare i gusti alimentari del bambino che sono, dunque, condizionati dall’alimentazione materna. Studi scientifici, hanno mostrato che il bambino impara molto presto a distinguere i quattro sapori base, ossia zuccherato, salato, amaro e acido, prediligendo lo zuccherato.

I sensi del neonato, l’olfatto

olfatto

Uno dei sensi che il neonato sviluppa in epoca embrionale è l’olfatto. Il feto, infatti, già dai primi mesi di gestazione percepisce gli odori, immerso nel liquido amniotico. Nello specifico, tra la quinta e l’undicesima settimana si sviluppano nel feto i recettori olfattivi mentre entro la quindicesima si formano le narici. Il bambino riesce a sentire e a distinguere gli odori dei cibi che la mamma mangia e che giungono a lui attraverso il liquido amniotico. In questo modo, il neonato immagazzina tutta una serie di stimoli che formeranno la sua “memoria olfattiva” e che, una volta nato, lo aiuteranno a conoscere il mondo esterno. Alla nascita, il bambino riconosce tutti gli odori del suo mondo-prenatale che lo aiuteranno ad orientarsi nel mondo extrauterino e lo rassicureranno in momenti di tensione.

La bambina che sa tutte le capitali

Da un po’ di tempo gira sul web un video piuttosto carino che ritrae una deliziosa bimbetta di circa due anni mentre, sollecitata dalla madre, recita a memoria tutte le capitali del mondo. La perizia della bambina è stupefacente tanto quanto la solerzia che la madre deve aver avuto nell’addestrare la piccola e, ferme restando, le indiscutibili capacità linguistiche e mnemoniche di quest’ultima, mi ha portato a condurre una piccola riflessione che vorrei proporvi.

Se da un lato vi sono tante mamme preoccupate, come dicevo qualche giorno fa, che il proprio cucciolo abbia un qualche ritardo nello sviluppo perchè, a differenza di altri bimbi, non consegue abbastanza precocemente alcune conquiste della crescita, come camminare, parlare o stare seduto da solo, dall’altro vi è un numero altrettanto nutrito di esse che spinge a tavoletta sin dai primi mesi di vita perchè il proprio pargolo mostri il prima possibile  ad amici e parenti tutte le proprie virtù cognitive esibendosi con gesti, filastrocche, canzoncine ed elenchi di dati personali come nome, cognome, età, data di nascita, codice fiscale e numero di tessera sanitaria propri e di mamma e papà.

I sensi del neonato, l’udito

udito

L’udito, fin dalla nascita, è uno dei sensi più sviluppati nel neonato. Questo perchè il feto inizia a percepire i suoni già durante la sua vita intrauterina. Nel pancione della mamma, e in particolare dal 7° mese  quando termina lo sviluppo del nervo acustico, il bambino avverte suoni e rumori, come il battito cardiaco della mamma o le voci dei genitori. I suoni, che all’interno della cavità uterina arrivano ovattati a causa del liquido amniotico in cui è immerso il feto, possono tranquillizzare il bambino o agitarlo. Studi scientifici hanno dimostrato, ad esempio, che suoni gravi come la voce del papà o una musica dolce, rilassano il bambino che reagisce agli stimoli uditivi con movimenti ampi e calmi. Suoni acuti, invece, come urla, clacson o rumori forti, spaventano e agitano il feto che reagisce con movimenti rapidi ed improvvisi. Dopo la nascita il bambino è perfettamente in grado di recepire i suoni anche se non sa ancora localizzarne l’origine.

Come è nato mio figlio

racconti del parto

Ad essere sincera io i racconti di parto non li ho mai amati più di tanto; nè prima, nè dopo la nascita del mio bambino. Ho sempre trovato infatti piuttosto sgradevole che le neomamme raccontassero con toni apocalittici la propria esperienza di parto davanti a chiunque e ho sempre creduto che fosse poco delicato nei confronti delle donne in gravidanza eventualmente presenti, così come nei riguardi di quelle che non hanno ancora figli.

Non che io abbia cambiato idea. Ma questo non è un soggiorno pieno di uomini, donne e bambini e nessuno è obbligato a leggermi; inoltre, dopo tanto tempo, sono giunta alla conclusione che il mio è stato un parto felice e che quindi  raccontarlo potrebbe essere d’aiuto a tutte quelle donne in attesa che temono questo momento perchè pensano che si tratti di un’esperienza cruenta che le farà soffrire in maniera indicibile.

Non che io non abbia provato dolore, però…

Erano circa le due del mattino quando svegliandomi di colpo ho capito che stavo entrando in travaglio. Saltai immediatamente giù dal letto e dirigendomi verso il bagno chiamai il padre di mio figlio: “Alzati. Il bambino sta nascendo”“Come sta nascendo?” mi rispose “Forse perchè sono alla trentanovesima settimana di gravidanza?” gli risposi a mia volta. 

Il belly mask: un calco in gesso del proprio pancione

belly casting

Da sempre le donne in dolce attesa e i loro compagni cercano di fissare nella memoria ogni attimo della gravidanza e per farlo ricorrono spesso a fotografie e filmati. Ora è possibile fare di meglio e creare un calco in gesso del proprio pancione. Si chiama bellycasting (o belly mask) ed è la moda, nata in Olanda ma diffusasi in tutto il mondo, di realizzare un calco in gesso personalizzato e su misura del proprio pancione da mamma in attesa. Il risultato è una sorta di scultura che la futura mamma può conservare e magari mostrare al proprio bimbo quando è grandicello. Il procedimento per realizzare il calco è relativamente semplice.

I sensi del neonato, il tatto

il tatto

I neonati non percepiscono il mondo allo stesso modo degli adulti. I loro sensi, infatti, anche se presenti tutti fin dalla nascita, non sono perfettamente sviluppati e si perfezionano nel corso dei mesi fino a diventare il mezzo con cui il piccolo conosce il mondo esterno. Nei neonati, come negli adulti, la pelle è uno dei principali organi sensoriali ricco di numerosi recettori tattili che nel lattante hanno una sensibilità maggiore, poichè il tatto, insieme all’udito, è stato a lungo per il piccolo l’unica guida nel ventre materno. Il tatto, infatti, è il primo senso del bambino che viene attivato fin dalla 7a settimana di gestazione, quando il feto è a contatto con il liquido amniotico e con i tessuti della cavità uterina. Alcune ricerche scientifiche hanno dimostrato che il feto può avvertire alcuni stimoli tattili fin dalle prime settimane mentre verso la 11a settimana il tatto è ben sviluppato alle mani. A 17 settimane, invece, il piccolo è in grado di avvertite sensazioni sull’addome e il sederino mentre a 32 settimane il tatto è completamente sviluppato e il feto è sensibile anche al calore e al dolore. Per questo durante la gravidanza è importante che i genitori comunichino con il bambino accarezzando e massaggiando il pancione.