Gli occhiali 3D devono essere vietati sotto i tre anni. È questa la nuova direttiva emessa dai Ministeri dello Sviluppo economico e della Salute che stabilisce che i produttori debbano stilare un regolamento per l’uso e la pulizia degli occhiali per la visione dei film in 3D da allegare alla confezione al momento della vendita. Un provvedimento giusto, che dovrebbe essere d’aiuto ai grandi e piccini (o chi per loro) a utilizzare correttamente questi strumenti, divertenti ma non sempre salutari.
Le indicazioni ovviamente sono per uso domestico. Nulla ha a che vedere con gli occhiali che trovate nei cinema o nei parchi tematici. Fatta questa precisazione, non possiamo ignorare la polemica che si è creata sul veto per i bimbi come meno di 6 anni. Dalle pagine del Corriere della Sera è intervenuto Paolo Nucci, direttore della clinica oculistica dell’Università di Milano presso l’ospedale San Giuseppe e docente di malattie dell’apparato visivo presso lo stesso ateneo, nonché presidente della Società italiana di oftalmologia pediatrica.
Non capisco il senso di una norma restrittiva tout court, che colpisce indistintamente i bambini sotto i 6 anni, anche perché i televisori 3D prevedibilmente saranno sempre più diffusi nelle case degli italiani e i possibili danni legati al rischio di trasmissione di infezioni e di problematiche visive sono oggettivamente molto modesti.
Il medico sostiene che segnalare i rischi degli occhialini (soprattutto igienici, perché se non puliti possono trasmettere infezioni) è un’ottima cosa, ma trova assurdo vietare questo strumento a prescindere. Tempo fa avevamo detto che i 3D possono essere non solo divertenti, ma anche utili per il recupero di alcuni problemi visivi.
Ha senso, ma qui siamo nel campo della ragionevolezza, non farli indossare a bimbi sotto i 3 anni perché non sarebbero neppure in grado di apprezzare l’evento cui assistono e forse questa iperstimolazione potrebbe turbare più che divertire. Nella circolare avrei preferito leggere, invece di un “divieto” – anche se formulato solo come “controindicazione” -, il consiglio di sottoporre i bambini a una visita oculistica prima di avvicinarli a questa nuova tecnologia: lasciando al medico l’onere di spiegare al genitore i motivi dell’eventuale divieto e i rischi che il bambino potrebbe correre.
Il dottor Nucci ricorda che l’uso prolungato è nocivo e ciò vale per grandi e piccoli.
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