Mandare il proprio bambino all’asilo è un’esigenza. Queste strutture sono fondamentali per permettere ai genitori di lavorare e al tempo stesso per stimolare la crescita e la socializzazione dei bimbi. Resta il fatto che dividersi dal proprio piccolo è molto fatico e ci vuole un atto di fiducia, perché affidiamo la cosa più preziosa che abbiamo nelle mani di un estraneo. Come mai questa riflessione? Ovviamente alla luce di recenti fatti di cronaca, che purtroppo hanno svelato ancora una volta asili lager e maestre violente.
L’ultima storia agghiacciante è quella della scuola pubblica materna di San Romano, a Roma, dove la maestra, complice della direttrice, insultava i bambini con disagi o difficoltà psicoinfantili. Inoltre, istigavano i compagni alla violenza. Per fortuna le donne sono state arrestate, ma resta ovviamente l’amarezza per quanto accaduto, per quello che hanno subito i piccoli e per i genitori, che ancora una volta si sono trovati ignari davanti a tutto. Hanno appreso la notizia dai giornali.
Qualche mese fa una situazione simile si è presentata a Rovigo e a Brescia, dove i metodi educativi comprendevano schiaffi, calci e strattoni. A gennaio del 2011, sono stati portati alle cronache i casi dell’Asilo Mazzanti di Conselice e Mazzini di Bologna, nel primo istituto i bambini dovevano mettere la testa nel water e venivano chiusi negli sgabuzzini, nel secondo venivano “gestiti” con punizioni corporali. L’ultimo caso che citiamo è quello del famoso nido di via Cisalpina a Milano (risale al 2009 ed è il primo esempio di asilo lager), dove i bimbi venivano picchiati crudelmente, dalle maestre (una psicologa e l’altra diplomata in scienze dell’ educazione).
Potremmo continuare l’elenco, perché purtroppo gli episodi sono numerosi e vanno da Nord a Sud, ma è meglio chiedersi come si può fermare questa spirale di violenza? Come vengono selezionate le insegnanti? E soprattutto non c’è modo di controllare? Ci si scandalizza tanto davanti alla proposta di mettere delle telecamere, ma forse potrebbe davvero l’unica soluzione.
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