La storia del piccolo Luca, il neonato rapito all’Ospedale di Nocera a sole tre ore dalla nascita, ha fatto tremare nei giorni scorsi l’Italia intera gettando il panico fra le future mamme che si accingono a mettere al mondo il loro bimbo in ospedale. La rapitrice infatti ha agito del tutto indisturbata e spacciandosi per un’infermiera del nosocomio campano, scena del crimine, è riuscita a portare via il piccolo dalle braccia della madre ancora frastornata per il recente parto cesareo.
Se la spaventosa vicenda pone il problema della sicurezza negli ospedali, c’è da dire però che Annarita Bonocore, la rapitrice, infermiera lo è davvero, al Cardarelli di Napoli, e che è stato soprattutto questo il motivo per cui ha avuto gioco facile: non ha dovuto travestirsi ma semplicemente indossare i suoi abituali abiti da lavoro, confondersi con le altre infermiere e introdursi nella stanza di ospedale con il suo, probabilmente consueto, atteggiamento gentile e affabile. E’ stato così che la mamma di Luca si è fidata (perchè non avrebbe dovuto?) e che l’incubo è cominciato per svanire solo circa dodici ore dopo con il ritrovamento del bambino sano e salvo in casa della Bonocore.
In realtà, il “dettaglio” che personalmente trovo più agghiacciante è il motivo che ha spinto l’infermiera ad appropriarsi del figlio di un’altra; infatti, mentre sul momento ho provato compassione per lei pensando si trattasse di una donna eccessivamente provata dal desiderio di maternità frustrato, non vi dico cosa ho pensato quando ho appreso dai telegiornali che a condurla verso l’insano gesto è stata la brama di compiacere, o meglio tenere legato a sè, il suo amante dal quale aspettava un bambino poi perduto in seguito ad un aborto spontaneo.
L’obiettivo del rapimento, a detta della donna, era esclusivamente quello di mostrare al compagno quello che voleva fargli credere il frutto del loro amore, il quale, una volta fatte le presentazioni, sarebbe stato riportato alla mamma dalla quale era stato sottratto. Non so se la donna vesse problemi psichiatrici ma il rapimento pare sia stato progettato (in casa sono state trovate scorte di pannolini e latte in polvere) e devo ancora decidere se tornare a provare pena, paura o disgusto per quanto accaduto.