Nei primi mesi di vita, può accadere che il neonato soffra di disturbi allo stomaco con la comparsa di vomito. Questo può suscitare ansie e preoccupazioni nei genitori, soprattutto se alle prime esperienze. Bisogna, però, cercare di mantenere la calma per riuscire a capire bene di cosa si tratta. Per prima cosa, è fondamentale che il genitore sia in grado di distinguere il vomito dal rigurgito. Quest’ultimo, infatti, consiste in una fuoriuscita di piccole quantità di latte che può verificarsi, di solito, in seguito alle poppate. Il rigurgito, se non associato ad altri fastidi, non è preoccupante e scompare con la crescita. Se la fuoriuscita di latte è maggiore e la consistenza densa che ricorda quella della ricotta si tratta di vomito.
Ma che cos’è il vomito?
Il vomito è un riflesso involontario causato dalle contrazioni dello stomaco che, al fine di proteggere lo stomaco e l’organismo in generale, provocano la fuoriuscita dalla bocca del contenuto gastrico.
Le cause del vomito possono essere molteplici: disordini alimentari, intossicazioni, infezioni, mal d’auto, malattie virali, febbre o traumi di varia natura. Qualunque sia la causa scatenante, il vomito è un disturbo che non deve essere sottovalutato perchè può provocare una disidratazione dell’organismo. Quando si presenta il vomito, è importante che i genitori non si facciano prendere dall’agitazione perchè il bimbo percepisce gli stati d’ansia e si agita a sua volta. Occorre, poi, prevenire la perdita di liquidi somministrando al bambino piccole quantità di bevande zuccherate, come tisane e camomilla. Se il bimbo non collabora e non si riesce ad usare il cucchiaino si può provare con una siringa. Non bisogna interrompere l’allattamento del neonato in caso di vomito: basta ridurre la quantità di latte somministrata e diluire quello artificiale.
Se il vomito persiste e si manifestano altri fastidi come diarrea, febbre, dolori addominali e perdita di peso è necessario consultare un pediatra. Per aiutare il medico ad effettuare una corretta diagnosi, è importante che il genitore verifichi la presenza nel vomito di sangue, materiale verdastro (bile) o cibo non digerito.
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