Il sorriso di un neonato è un piccolo miracolo meraviglioso. È un’espressione sincera e priva di malizia. Secondo una ricerca della London Birkbeck University i piccolini sono in grado di sorridere con consapevolezza già a due mesi di età. Prestissimo! C’è di più, i maschietti sono più socievoli rispetto alle bambine e sorridono mediamente 50 volte rispetto alle 37 delle femminucce.
Il sorriso sdentato dei bebè resta comunque un mistero ed è al centro di un Babylab diretto dal dottor Caspar Addyman, che ha raccolto negli ultimi due anni i questionari di 1400 genitori provenienti da 25 diversi Paesi nei quali venivano descritte le abitudini dei neonati e le canzoni, i gesti e le parole che più li facevano sorridere. Il tentativo è stato quello di capire cosa ci fosse alla base del sorriso
Una delle cose più importanti che abbiamo riscontrato è che la maggior parte dei genitori ‘giocano’ istintivamente con i loro piccoli, facendoli divertire con facce o toni di voce buffi: solo i bambini hanno il potere di far fare agli adulti cose apparentemente sciocche che però sono importanti per un armonico clima familiare.
Ha commentato Caspar Addyman. Come si fa a far sorridere quindi il proprio bambino? Il solletico è un metodo infallibile. È parzialmente collegato al momento del bagnetto ed è un momento di contatto molto piacevole. Con il solletico si stimolano diverse terminazioni nervose cui in genere reagiamo con la risata. I bambini però ridono anche solo al gesto del solletico, senza essere toccati, se a farlo è il genitore. Un altro gioco divertente è quello del cucù. Funziona per diversi anni perché i piccoli non hanno il concetto di spazio temporale. Comunque la mamma e il papà sono i compagni di giochi preferito:
I bambini capiscono abbastanza precocemente che i loro giocattoli non sono davvero vivi, ma riescono comunque ad avere un buon grado di empatia nei loro confronti.
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