Sentenza choc di un giudice del Tribunale dei Minori di Torino: una neonata è stata dichiarata adottabile perchè i suoi genitori sono troppo anziani. Il padre ha 70 anni e la madre 57 e tempo fa si sono rivolti a una clinica all’estero per sottoporsi a fecondazione assistita che ha avuto esito positivo. Ma il tribunale non usa mezzi termini per definire quel concepimento come “il frutto di un’applicazione distorta delle enormi possibilità offerte dal progresso in materia genetica”.
Secondo la magistratura alla base della volontà in tarda età di evere un figlio ci sarebbe “una scelta che, se spinta oltre certi limiti si fonda sulla volontà di onnipotenza, sul desiderio di soddisfare a tutti i costi i propri bisogni che necessariamente implicano l’accantonamento delle leggi di natura e una certa indifferenza rispetto alla prospettiva del bambino”.
Ora come al solito e giustamente l’opinione pubblica si spacca in due, divisa tra chi pensa al futuro della bambina e chi lo considera ingiusto dare in affidamento un figlio per un motivo del genere. Ma bisogna dire innanzitutto che in Italia la magistratura minorile è molto diversa dal resto del diritto. Se infatti a ogni sentenza grosso modo corrispondono una o più leggi che regolano una fattispecie, in diritto minorile le cose sono ancora più complesse perchè la legge delega molto alla discrezionalità dei giudici.
Insomma è probabile che se fosse ricaduta sotto un’altra giurisdizione la sentenza non avrebbe avuto loco. Ma la sentenza dei giudici tuona quasi come un atto d’accusa contro i genitori “accusati” di narcisismo e onnipotenza:
I genitori non si sono mai seriamente posti domande in merito al fatto che la bambina si ritroverà orfana in giovane età e prima ancora sarà costretta a curare i genitori anziani, che potrebbero avere patologie più o meno invalidanti, proprio nel momento in cui, giovane adulta, avrà bisogno del sostegno dei suoi genitori.