Operata mentre era ancora nella pancia della sua mamma. Il miracolo è avvenuto il 31 gennaio all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Alla piccola di sole 33 settimane è stato applicato nel cuore uno stent a causa di un’ipoplasia. La notizia di oggi però è di diversa, è molto più bella: sono passate sei settimane e finalmente la bambina è nata.
Senza l’intervento la bambina non sarebbe mai venuta al mondo e soprattutto non sarebbe mai sopravvissuta. Invece, ora questa piccolina ha una speranza. Non si può negare che la bimba non è totalmente guarita, dovrà subire ulteriori interventi in futuro. Che così un’ ipoplasia? È una malformazione cardiaca congenita. Nello specifico questo problema è stato ulteriormente aggravato dalla totale chiusura del setto atriale, ovvero un’occlusione di un foro anomalo nel cuore, che mette in comunicazione la parte destra e la parte sinistra del cuore. La chiusura di questo foro causa un problema di ossigenazione. Nicola Strobelt, ginecologo responsabile dell’unità di Medicina materno-fetale dell’ospedale bergamasco, ha commentato:
Dopo aver praticato l’anestesia generale sul feto, grazie a un’iniezione muscolare, abbiamo inserito una cannula poco più spessa di un ago da amniocentesi nell’addome materno e nella membrana uterina, pungendo il torace del feto, trapassando il polmone e l’atrio cardiaco sinistro, forando il setto interatriale.
L’intervento è avvenuto senza praticare incisioni nella pancia della mamma né nell’utero. È stato utilizzato un ago speciale, che ha attraversato la placenta della mamma, un polmone della bimba e infine è arrivato al cuore, dove ha consentito il posizionamento un micro stent. Lo stent si è allargato di 4 millimetri permettendo il passaggio del sangue e soprattutto la regolare ossigenazione. La gravidanza, dopo l’intervento, ha continuato serenamente e, finalmente, la bambina ha potuto vedere la luce. La piccola ora avrà un percorso lungo da affrontare: nuovi interventi per correggere la malformazione cardiaca.
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