La meningite consiste in una infiammazione delle membrane (le meningi) che circondano il cervello e il midollo spinale. Più precisamente esistono due tipi di meningite: batterica e virale; mentre la meningite virale è abbastanza diffusa e si risolve senza lasciare particolari conseguenze nel giro di una settimana/dieci giorni, la prima, la meningite batterica, è una malattia pericolosa che può condurre alla morte nel trenta per cento dei casi e causare gravi danni neurologici (sordità, epilessia) in un altro trenta per cento.
A causare la meningite batterica sono tre agenti patogeni: meningococco, streptococco ed emofilo. Per quest’ultimo tipo esiste un vaccino cui i bambini vengono sottoposti nel primo anno di vita, mentre la meningite da pneumococco e da streptococco fa ogni anno venti-venticinquemila vittime, la metà delle quali sono bambini e adolescenti. I sintomi sono indipendenti dal tipo di meningite e consistono in irrigidimento della nuca, febbre alta (più alta nella forma batterica), mal di testa, vomito o nausea e alterazioni della coscienza e sono molto più visibili nei bambini a partire dai due anni di età presentandosi nei più piccoli come febbre, inappetenza, vomito.
Ma cosa possono fare i genitori per riconoscere tempestivamente la meningite e correre subito ai ripari? Per spiegarvelo abbiamo pensato di rimandarvi a un interessante documento video apparso sul Corriere della sera. A parlare è il dottor Nicola Principi, direttore della prima clinica pediatrica dell’università di Milano, che spiega:
Quando dobbiamo affrontare la meningite è essenziale capire quale delle due forme è in gioco: la forma da pneumococco è facilmente controllabile e difficilmente porta epidemie, quella da meningococco ha invece una diffusione molto rapida e impone l’antibiotico anche per i soggetti che stanno vicini al malato.
Per la visione completa dell’intervista rilasciata da Principi vi rimandiamo all’articolo originale del Corriere: Meningite nei bambini, cosa si può fare.
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