Di storie di donne che perdono il lavoro per aver deciso di mettere al mondo un figlio è pieno il mondo, ma quella che vi racconto oggi fa decisamente più scalpore, perché parliamo di un personaggio pubblico, molto conosciuto in Germania. Lei è Andrea Nahles, segretario generale della Spd, il partito socialdemocratico e ha deciso di riprendere il suo incarico dopo 13 settimane dalla nascita della sua bambina.
Sono tantissime le donne che rientrano in ufficio dopo pochi mesi. È una scelta dolorosa, ma per alcune necessaria quanto inevitabili. Questa volta però la scelta è stata accompagnata da una sorta di protesta, molto dolorosa. Le continuano a scrivere di tornarsene a casa dalla bambina, che una madre non può lavorare. La cosa che più scandalizza è che ciò accade in Germania, un paese che da sempre lotta per la parità dei diritti e che apparentemente sembra anche essere progredito.
Invece, non è così e la dimostrazione sta in un dato: solo il 14 per cento delle madri con un figlio torna dopo la maternità al suo impiego a tempo pieno. Qualche giorno fa in Italia abbiamo parlato dell’azienda che licenzia solo le donne. Ecco non siamo molto lontani. Pensate poi che fare più di un figlio nella civilissima Germania significa starsene a casa a vita, perché solo il 6% delle donne riesce a tornare al suo lavoro.
Non è un problema di assistenza, perché a differenza dell’Italia qui i servizi alle famiglie ci sono. È proprio una questione culturale, di mentalità. Purtroppo la visione tradizionale dei ruoli è molto diffusa e questo impedisce a una donna di poter essere non solo una madre, ma anche una lavoratrice affermata, come nel caso di Andrea Nahles, che ovviamente non è solo una semplice impiegata.
Insomma, nonostante l’importantissima figura di Angela Merkel, i pregiudizi sono ancora molto diffusi e pensate che l’ex ministro della famiglia Ursula von der Leyen, madre di sette figli, ha introdotto nel 2007 un congedo parentale di 14 mesi: 12 mesi per la mamma e 2 per il papà.
[Fonte: Corriere]