Se siete già mamme avrete senz’altro notato come sin dai primi giorni di vita del vostro cucciolo sia stato per voi del tutto naturale parlargli con un tono che non avevate mai usato prima e rivolgergli parole o frasi semplici e ripetitive; questo non solo per richiamare la sua attenzione sui momenti della “pappa” o della “ninna” ma anche per o coccolarlo, vederlo sorridere o semplicemente stimolarlo. Avrete anche notato quanto vi sia riuscito spontaneo usare parole infantili come quelle su citate o come “bua”, “fruttina” ( io lo dicevo sempre al posto di frutta) e così via.
Tutte noi mamme durante il cambio del pannolino o il bagnetto siamo portate naturalmente a cantilenare, imitare i versi del piccolo, fargli complimenti e rivolgergli domande, anche se sappiamo molto bene che il bambino non ha ancora gli strumenti per comprendere il contenuto di ciò che noi diciamo, e quando è più cresciuto continuiamo ad usare parole infantili nel tentativo di facilitargli la comprensione e l’utilizzo del linguaggio. Bene, è questo quello che gli esperti chiamano madrese.
Con il termine madrese, o motherese o baby talk, si indica quindi il particolare tipo di linguaggio usato dai genitori, dalla mamma soprattutto, per rivolgersi ai propri figli quando sono molto piccoli. Questo tipo di linguaggio è caratterizzato non solo da parole e frasi inventate ad hoc per il piccolo ma anche da un particolare modo di scandirle e da una tonalità affettiva molto spiccata.
Anche se ad alcuni può sembrare un po’ strano ( le vostre amiche che non sono ancora madri magari se la rideranno un po’ sentendovi fare tutti questi versi), secondo gli studiosi il maternese è una caratteristica comune a tutte le mamme del mondo e forme di madrese sono state riscontrate in tutte le lingue conosciute. Non sarebbe però ancora provato che questo faciliti l’acquisizione del linguaggio.
