Dopo aver trattato il tema di cosa augurare alla bambina che sta diventando donna per l’8 marzo, trattiamo invece il tema dalla parte del maschietto: cosa insegnare al bambino per non generare problematiche distinzioni tra i sessi? Come fare in modo che i machietti non trattino male le femminucce?
Sin da piccoli i bambini e le bambine si distinguono per attività e ruoli, a cominciare dai vestiti, passando per i giocattoli e finendo alle faccende di casa.
Da qui si formeranno più o meno saldamente e inconsapevolmente le loro idee di maschio e femmina, uomo e donna, determinando in larga parte il modo dell’interazione tra i sessi.
I genitori possono in qualche modo operare per far in modo che i maschietti non trattino male le femminucce, cosa che accade sovente durante l’infanzia e specialmente nell’età che va dai 5 ai 10 anni: i primi potrebbero infatti alzar la gonna alle seconde, tirargli i capelli, escluderle dai loro giochi o ridicolizzarle.
Quello che si dovrebbe far capire ai figli è che non ci sono motivi per trattare a priori le femminucce in maniera diversa, che entrambi possono giocare insieme e venirsi incontro con i loro gusti e interessi.
L’aspetto più problematico della questione è che molto spesso non tutti i maschietti amano giocare con le macchinine e le pistole e le femminucce con bambole e pentole. I bambini sono un mondo variegato e diversificato e sono ben lontani dal poter essere classificati con categorie così semplici.
Per questo sono i genitori i primi a dover abbandonare categorie rigide e stereotipe sul comportamento dei due sessi: mai scandalizzarsi se un bambino è attratto da trucchi e bambole, viceversa mai creare allarmi se le bambine non vogliono la gonna e preferiscono i trenini.
Ogni bambino dovrebbe imparare a giocare con i compagni indipendentemente dal loro genere sessuale. A proposito un famoso libro di Elena Giannini che si intitola Dalla parte delle bambine (partendo dall’assunto che non esistono aprioristiche qualità femminili e maschili, ma solo umane – libro cooptato dalle riflessioni femministe e non in quanto si evince che spesso la cultura occidentale l’educazione sia in qualche modo a favore dei maschietti), epiloga molto bene la questione:
[L’operazione da compiere] non è di formare le bambine a immagine e somiglianza dei maschi, ma di restituire a ogni individuo che nasce la possibilità di svilupparsi nel modo che gli è più congeniale, indipendentemente dal sesso cui appartiene.