La manovra di Kristeller è una sorta di incubo per molte donne incinte, che hanno sentito più volte le loro madri o le amiche parlare di questa famigerata e dolorosa pressione che può essere applicata sul pancione al momento del parto per velocizzare la nascita del bambino. Fa davvero male? In che cosa consiste esattamente? Vediamo insieme l’abc di questa manovra.
È una tecnica molto nota, che deve essere eseguita ovviamente dell’ostetrica o dal ginecologo e che consiste all’arrivo della contrazione in una spinta o meglio ina pressione che si applica dalla parte alta dell’utero fino verso il basso. Di solito è un braccio dell’operatore sanitario che viene fatto scivolare con forza lungo l’addome della mamma. Si può ripetere diverse volte (circa 3), poi i medici tendono a procedere in modo alternativo.
È vero, non è una passeggiata di salute e fa male. Il dolore ovviamente è molto personale e dipende dalla donna. Ciò vale per tutto. Normalmente si decide per la manovra di Kristeller se la donna è stanca e le contrazioni non sono sufficientemente forti per far uscire il neonato o se si nota un’insufficienza fetale. Molte donne, nel famoso piano del parto, chiedono che non sia praticata, perché in certi ospedali “catena di montaggio” si tende a utilizzare queste spinte per velocizzare la procedura.
Non si può ricorrere a Kristeller se l’utero della mamma non è in ottime condizioni, se ci sono cisti o lacerazioni, se il bimbo è troppo grande. Perché? Ovviamente perché la manovra ha dei rischi, tra cui l’episiotomia, solitamente di grandi dimensioni, lacerazioni in vagina e al perineo, con rischio futuro di incontinenza, rottura dell’utero, ecc. Mi raccomando qualora vi venisse proposta, valutate bene i pro e i contro e prima di effettuarla dovrebbe essere autorizzata. Inoltre, deve essere riportata – per il futuro – sulla vostra cartella clinica.
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