Le mamme lavoratrici sono mediamente più tristi e stressate. A dirlo, senza suscitare in me più stupore di tanto, è il Centre for Work and Life dell’University of South Australia che ha rilevato come la gran parte delle donne che hanno figli e lavorano a tempo pieno rischino di trovarsi in una condizione di infelicità a causa delle pressioni che subiscono sul lavoro e in famiglia.
A qualcuno verrà senz’altro da chiedersi perchè, quando è così, queste donne non prendano un periodo di riposo oppure non si mettano in aspettativa, lascino il lavoro o propendano per un part time; la risposta è tanto semplice quanto sconcertante: non possono.
Molte di esse infatti hanno un lavoro precario, con contratti a tempo determinato (non possono quindi permettersi di andare in vacanza quando vogliono o per il tempo che vogliono) o, peggio, sono costrette a lavorare tutto il giorno perchè il loro compagno un lavoro non lo ha più.
Ciononostante, lo sappiamo molto bene soprattutto noi donne italiane, la mamma che lavora deve anche accollarsi quasi interamente il carico delle faccende domestiche e se alla stanchezza del dover lavorare in casa e fuori si aggiugono i sensi di colpa e la tristezza dovuti alla consapevolezza di non poter stare con i propri figli, si comprende bene quanto lo stress e il malessere abbiano la strada spianata.
[Fonte: La Stampa]
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