In Italia una donna su quattro lascia il proprio lavoro dopo la nascita del primo figlio. Una tendenza abbastanza preoccupante che ci allontana dall’Europa e fa crescere a dismisura la disoccupazione femminile. Il governo Monti sembre deciso ad invertirla e ha preso proprio in questi giorni un provvedimento in tal senso: dal 2013 infatti le neo-mamme lavoratrici potranno usufruire di un bonus per il pagamento di asilo e baby sitter.
Il bonus non verrà pagato una tantum, a differenza di quanto accadde in passato con i cosiddetti bonus bebè, ma consisterà in un contributo mensile di 300 euro di cui le mamme potranno usufruire per un massimo di sei mesi e solo durante il primo anno di vita del bambino. Se la mamma decide di mandare il piccolo al nido sarà lo Stato a pagare direttamente mentre se il bonus verrà speso per una baby sitter il pagamento avverrà tramite voucher ( i buoni per il lavoro occasionale).
Aspettate però ad esultare. Le risorse infatti sono piuttosto limitate: 20 milioni di euro l’anno per tre anni che, se tutte facessero richiesta, basterebbero solo per 11mila madri; pochine se si pensa che solo nel 2011 in Italia sono nati più o meno mezzo milione di bambini. Anche per questo motivo ottenere il bonus non sarà semplicissimo, chi lo ottiene dovrà rinunciare al congedo facoltativo di maternità con stipendio al 30 per cento.
In ogni caso, tutte le mamme che vorranno farne richiesta avranno un solo giorno, il cosiddetto click day, per presentare domanda on line. Dopo di ciò verrà stilata una graduatoria nazionale nella quale avranno precedenza le famiglie con un ISEE basso. A parità di reddito invece inciderà l’ordine di presentazione della domanda.
Il decreto introduce anche novità riguardanti il congedo di paternità: un giorno sarà obbligatorio e pagato al 100 per cento, altri due saranno invece facoltativi e pagati al 100 per cento solo se la madre rinunci a due giorni della sua maternità obbligatoria.
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