In un’epoca caratterizzata dalla carenza di lavoro, piaga sociale e grande preoccupazione di questi tempi, chi abbia un lavoro se lo tiene stretto. Nonostante a lavorare siano entrambi i genitori, perchè si sa, arrivare a fine mese è ormai diventata un’impresa, si registra, secondo un recente studio, la diversa quantità di tempo che mamme e papà lavoratori riserverebbero all’accudimento dei propri figli. In particolare sarebbero ancora le mamme ad occuparsi in maniera maggiore dei propri bambini, dedicando loro ben il 70 % del loro tempo, a differenza dei papà che invece utilizzerebbero meno del 50% del loro.
Significativo il fatto che la mamma si riconfermi ancora una volta, nonostante gli impegni lavorativi, colei che più di chiunque altro passi più tempo con i propri pargoli spendendo più del doppio di quello a sua disposizione per la cura e l’educazione dei figli. L’indagine in questione è stata portata avanti dalla Ohio State University nella persona di Letitia Kotila ed è stata poi pubblicata sulla rivista Family Relations. Lo studio è stato condotto su 183 coppie di neogenitori lavoratori a partire dall’inizio della gravidanza e fino ai primi nove mesi di vita del piccolo.
In particolare si è proceduto a registrare i cambiamenti relativi alle proprie abitudini in funzione della gravidanza prima e dell’arrivo del bebè poi. Sono state prese in esame 4 aree di interesse ovvero quella del gioco, quella delle responabilità intesa come cure dedicate al proprio bambino, anche in ambito medico, quella delle normali attività volte a tenere d’occhio il proprio figlio e quella relativa alle cure quotidiane, come il bagnetto ad esempio. Ebbene, dal confronto tra i diversi approcci dei genitori sarebbe emerso come, nonostante sia il papà che la mamma lavorassero, molto del tempo della mamma lontano dal posto di lavoro venisse speso per questioni relative al proprio figlio, contrariamente al padre che invece ne dedicava meno della metà.
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