Un’altra giornata è terminata: i bimbi finalmente dormono, la cucina è in ordine e gli zainetti per il giorno dopo sono pronti. Alcune mamme ne approfittano per rilassarsi con un libro o davanti alla tv, altre si cospargono diligentemente di crema idratante, altre ancora, saggiamente, recuperano qualche ora di sonno. Poi ci sono quelle che accendono il computer, si connettono a Internet e scrivono: sono le mamme blogger.
Da uno studio condotto dall’Università Bocconi nel 2008, le mamme blogger sono circa due milioni e tra il 2001 e il 2008 hanno aperto qualcosa come 3.000 blog: sono numeri importanti, e da allora moltissimi altri piccoli e grandi blog di mamme hanno affollato la rete e catalizzato un numero sempre maggiore di visitatori, tanto che si sono accorti di loro anche gli uffici marketing. Le aziende hanno cominciato a proporre alle più famose e autorevoli esponenti del mommy blogging sponsorizzazioni tramite banner, prodotti da recensire, eventi e promozioni a cui partecipare, e si è venuta a creare una contrapposizione più o meno dichiarata tra le puriste (niente pubblicità sul mio blog!) e le possibiliste (perché no?).
Ma perché una mamma decide di aprire un blog, e cosa succede poi?
In genere, quello che si cerca è la condivisione di un momento meraviglioso e destabilizzante come la maternità: il blog è uno spazio allo stesso tempo intimo e pubblico, dove fermarsi un attimo per guardarsi dentro ma anche per raccontarsi agli altri. È un diario dove fissare momenti significativi della nostra vita di mamme ma anche un salottino dove incontrare altre donne che, guarda caso, hanno proprio le nostre stesse paure, incertezze, aspettative, speranze. Quella rete di solidarietà femminile che un tempo le neomamme trovavano nel loro ambito familiare allargato (nonne, madri, zie, amiche, vicine) e che dispensava loro consigli, incoraggiamento e affetto, è stata recuperata da un’altra rete, la blogosfera.
Per conoscere piú da vicino questo universo colorato e mutevole, ricco di spunti di riflessione e di idee, questo mondo dove si ride e ci si commuove (e molto spesso tutte e due le cose insieme), vi proporrò a breve una serie di interviste alle mamme blogger che, navigando in rete, più mi hanno colpito per originalità, sensibilità, stile e contenuti. La prima intervista arriva tra qualche giorno e la scelta della nostra ospite forse vi sorprenderà ma, ne sono certa, in positivo… quindi stay tuned!
Salve, sono Raffaella. Sono diventata mamma grazie ad una procreazione medicalmente assistita e come Nina che cerca, ho cercato mio figlio per circa due anni. Racconto la mia storia in un blog per condividere il viaggio della fecondazione assistita, duro, difficile con chi ha bisogno di non sentirsi più sola. Per rendere il viaggio più sostenibile, perchè la mia battaglia sia un ancora per le altra diversamente fertili.
La pma ha ancora tanti tabù e parlarne serve a far sentire le donne in viaggio verso il proprio figlio, meno sole.
Raffaella
La maternità ─ una missione della donna, inerente alla natura. Solo le donne sono capaci di portare e dare alla luce un bambino. La maternità comprende anche l’allattamento, la cura e l’educazione dei figli. La donna che ha concepito, partorito e dato alla luce un bambino è la madre biologica. Lo sviluppo della medicina ha reso possibile la maternità surrogata e genetica. Nella maternità surrogata la donna accetta volontariamente di portare e dare alla luce un bambino biologicamente alieno. Dopo la nascita il neonato viene cresciuto e accudito dai genitori genetici. Si parla di maternità genetica quando il feto si sviluppa da un ovulo di una donatrice. Inoltre, una madre è anche chiamata adottante o matrigna, una tata che si prende cura del bambino. Per coloro che vogliono diventare madri e realizzare il proprio sogno consiglio di visionare il canale canale YouTube . Buona visione!