Questa mattina, di gran fretta, Amanda Knox è già partita alla volta di Seattle dopo l’assoluzione in Corte di appello di Perugia per l’omicidio della studentessa universitaria Meredith Kercher il Primo novembre del 2007. La piazza antistante al palazzo di giustizia diventa una curva dello stadio: c’è chi urle e fischia per disapprovazione, che chi esulta e chi si azzuffa per difendere la reputazione dell’amico assolto.
Ma fuori da tutto questo ci sono loro: le madri di Amanda e di Meredith e le loro reazioni. Alla pronuncia del verdetto la mamma di Mez rimane impietrita, poi bisbiglia qualcosa sottovoce alle due figlie ma evidentemente in quelle poche parole c’è tutto lo sconforto e il dolore di una famiglia. A caldo hanno dichiarato:
Noi rispettiamo la decisione presa dalla corte d’appello di Perugia però non comprendiamo come sia stato possibile modificare in questo modo la sentenza emessa nel processo di primo grado. Restiamo comunque fiduciosi nel sistema giudiziario italiano sperando che la verità possa essere accertata.
Parole di compostezza che però lasciano immaginare l’amarezza e la delusione per una sentenza completamente ribaltata. Si può benissimo immaginare che se da una parte c’è indignazione e sconforto dall’altra c’è una madre che riabbraccia finalmente sua figlia libera. Edda Mellas, madre di Amanda Knox ha dichiarato:
E’ finita, è meraviglioso. Ricomincia la nostra vita, siamo grati che questo incubo sia finito. Amanda ha sofferto per tre anni per un crimine che non ha commesso.
Lacrime di gioia e abbracci, volti cupi e ombrosi dall’altra. In questa vicenda c’è spazio anche per loro: da una parte una madre che si vede uccidere la figlia per la seconda volta, dall’altra una madre che l’ha partorito di nuovo. La madre di Raffaele Sollecito è invece morta qualche anno fa. Qualcuno adesso spera che a parlare sia Rudy, il solo condannato a 16 anni per aver patteggiato.