Quando ero incinta mi chiedevo se sarei stata in grado di rispondere a tutte quelle domande che i bambini ti rivolgono quando meno te lo aspetti:
Da dove sono nata? Come si fanno i bambini? Due donne possono avere un figlio? E due uomini?
Tolta la seconda, che per fortuna non mi ha ancora posto, alle altre ho risposto davvero. Mi è anche andata bene, visto che lei è nata con parto cesareo quindi le ho detto semplicemente che il dottore l’aveva presa dalla mia pancia.
Ad ogni modo, nel periodo natalizio, complici i lavoretti e le recite all’asilo, le domande della peste aumentano a dismisura e solitamente vertono su argomenti religiosi. La prima domanda che mi lasciò di sasso, me la pose ben tre anni fa: perché tutti gli cantano a Gesù?. Le risposi al volo: perché è il suo compleanno! La risposta sembrò soddisfarla e non mi chiese altro.
Visto che abbiamo deciso di rimandare la sua educazione religiosa a quando sarà più grande, non è abituata a sentir parlare di Dio né del piccolo Gesù. Dopo aver visto Hercules, con l’Olimpo e le divinità di vario genere che cantano e sgambettano, è diventata ancora più curiosa.
Curiosità solleticata dai lavoretti per l’imminente Natale e le prove per la recita che sta allestendo la sua scuola materna. La piccola ha perciò intensificato le domande: esistono gli dei? Come sarebbe che ne esiste solo uno? E tu ci credi? E dove abita? Gesù bambino è morto bambino? Dove è andato?
Ecco, per noi si può davvero dire che il Natale è un momento di crescita. Non solo perché la piccola comincia ad interrogarsi su temi importanti, ma perché anche noi dobbiamo fare i salti mortali e riuscire a spiegare con parole semplici concetti elaborati. Voi mamme che mi raccontate? Siete anche voi alle prese con questioni filosofico-natalizie? Come avete deciso di rispondere?