Sulla depressione post partum ci sono sempre tanti studi, alcuni interessanti e altri fantasiosi. Credo sia un argomento estremamente delicato e che spesso si faccia del banale populismo, allarmando le mamme inutilmente. Partendo dal presupposto che una donna depressa è una donna che sta male e che ha bisogno di essere aiutata, non certo spaventa, oggi parliamo di una ricerca della Penn State University che mette in relazione questo disturbo con i problemi di sonno del bambino.
I piccoli, soprattutto i neonati, dalla mamma assorbono tutto, non solo il nutrimento, ma anche gli umori. Ne consegue che la madre non sta bene, è stressata o molto triste, il bimbo parzialmente se ne accorge, lo avverte e può manifestarlo con nervosismo. Questa è una condizione che si manifesta normalmente, anche in assenza di depressione. Secondo i ricercatori americani, il comportamento della mamma influenza anche il sonno del suo bebè.
Stando a quanto racconta La Stampa però durante la depressione post partum, a differenza di quanto si possa pensare, la mamma diventa iperprotettiva (in alcuni casi) e non disturba il sonno del bambino trasmettendo la sua tensione, ma perché a causa della sua ansia tende a controllare ripetutamente il piccolo, svegliandolo. La depressione purtroppo annichilisce le persone e sicuramente riduce l’oggettività e il controllo. Attenzione quindi, non c’è bisogno di essere affette da baby blues per disturbare il riposo del piccolino, basta essere un po’ ossessive o troppo insicure.
È un dato importante, perché spesso si parte dal presupposto che solo in determinate condizioni si possa “danneggiare” la salute del bimbo, in realtà tutti sbagliamo e uno stile di vita equilibrato è fondamentale anche in assenza di problematicità. L’aspetto più interessante però lo racconta il professor Douglas M. Teti, direttore del Social Science Research Institute:
Quando le madri depresse cercano i loro bambini durante la notte, i loro bambini non sembrano avere bisogno dell’aiuto dei genitori. Sono profondamente addormentati, o forse svegli, ma non angosciati.
Infine, un’ultima precisazione. La depressione può essere alimentata anche dal comportamento notturno del bimbo. È stata confermata la tesi che se il piccolo di notte si sveglia ripetutamente disturbando la madre. È ovvio che la relazione di causa-effetto è minima, nel senso che il bambino non è la causa del problema della mamma, semmai ne fa le spese.
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