Ancora una volta si parla di maltrattamento. Purtroppo negli ultimi anni sono venuti alla luce in alcune scuole materne ed elementari dei casi di violenza davvero tremendi. Bambini costretti a mangiare, bambini picchiati, bambini legati. La storia si ripete. Una maestra di una prima elementare di un paese della provincia di Reggio Emilia è stata indagata per aver tappato la bocca con il nastro adesivo a tre bambini.
Non è tutto. Testimonianze sostengono che avrebbe anche legato un alunno alla sedia allacciandogli i polsi con delle corde. Un’immagine veramente da film. È pensabile affidare i propri bambini a una scuola e scoprire l’utilizzo di questi metodi, perché non si è in grado di gestire l’esuberanza dei piccoli? Ovviamente no. In un Paese civile certe cose non dovrebbero accadere, ma questa volta è inutile accusare la Scuola Pubblica. La responsabilità individuale dovrebbe prevalere.
È vero educare spetta ai genitori e ai maestri insegnare. Non si può pretendere che i professori si facciano carico anche dell’educazione dei nostri figli e in qualche modo suppliscano il ruolo di mamma e papà. Detto ciò hanno delle misure di punizione da utilizzare, che non prevedono corde, nastro adesivo sulla bocca e botte, da sfruttare. Si chiamano compiti extra, piccoli rimproveri, esoneri da attività ludiche e semmai anche sospensioni.
La vicenda, accaduta nell’anno scolastico 2011-2012, era stata raccontata dai genitori e dai bambini e ha dato il via a un’inchiesta della magistratura. Le indagini stanno ora proseguendo: il direttore della scuola ha inviato una segnalazione alla Procura e il sostituto procuratore ha deciso di chiedere un incidente probatorio in forma protetta. La maestra, ai tempi, era stata formalmente richiamata dalla direttrice e si è giustificata dicendo che i bimbi erano irrequieti, senza però ammettere l’uso del nastro adesivo. Ora la donna ha cambiato scuola ed è ovviamente sotto inchiesta, con l’ipotesi accusatoria di maltrattamenti in famiglia.
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