Ieri abbiamo affrontato uno dei disturbi più comuni nel puerperio, il periodo immediatamente successivo al parto, e cioè i morsi uterini; oggi è la volta delle lochiazioni. Le lochiazioni, chiamate anche lochi, sono delle perdite che si hanno subito dopo il parto, e che sono dovute all’eliminazione di alcuni strati della mucosa uterina cresciuti durante la gravidanza per nutrire il feto.
Queste perdite durano circa tre settimane, durante le quali si modificano nel colore e nella consistenza; all’inizio sono rosse a causa dell’elevata componente sanguigna e poi si fanno chiare fino a diventare cremose. Le lochiazioni sono così intense che attraverso la loro espulsione l’utero perde circa 20 volte il proprio peso; proprio per la loro abbondanza sono necessari dei particolari assorbenti post parto dalle dimensioni piuttosto grandi e anallergici per evitare arrossamenti della pelle. È importante cambiare spesso l’assorbente e curare l’igiene intima con prodotti delicati, mentre sono da evitare gli assorbenti interni perché potrebbero ostacolare il flusso.
Anche le donne che hanno subito il taglio cesareo presentano le lochiazioni, ma vengono in quantità minore perchè durante l’intervento il chirurgo elimina buona parte dei tessuti residui della mucosa uterina. Dopo circa un mese e mezzo tornano le mestruazioni, che si presenteranno in forma più abbondante e duratura rispetto ai cicli precedenti la gravidanza.
Se durante le lochiazioni compare la febbre alta, se per oltre sei settimane rimangono di colore rosso acceso o se le perdite emanano un cattivo odore, è meglio consultare il ginecologo perché potrebbe essere in corso un’infezione oppure esserci la presenza di frammenti della placenta non espulsi.
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