Sui difetti della vista ci sono ancora tanti dubbi e la diagnosi nei piccini non è facile, non perché non ci siano gli strumenti ma perché spesso i genitori sono reticenti a far fare ai bambini le primi visite. Lo strabismo, per esempio, è molto comune: il disallineamento degli assi oculari che colpisce il 3-4% della popolazione e la diagnosi può avvenire con una semplice foto con il flash del cellulare.
«Si tratta di un problema diffuso, ma ancora poco conosciuto, mal diagnosticato e non sempre curato in modo appropriato. In alcuni casi è evidente, in altri è lieve tanto da passare inosservato fino all’età adulta. Invece, nei bambini, la tempestività della diagnosi è di fondamentale importanza. Lo strabismo non può essere considerato un problema estetico, anche se la componente psicologica di questa patologia non deve essere messa in secondo piano. Spesso può essere causa di altri problemi come mal di testa, visione doppia o posture anomale del capo (torcicollo). Può anche essere conseguenza di altre problematiche anche molto serie, per questo è importante trattarlo il prima possibile, in alcuni casi prima dei tre anni d’età».
Ha spiegato Maria Elisa Scarale, oculista di Torino specializzata in strabologia e alterazioni della motilità oculare. Può manifestarsi già dalla nascita, mentre altri emergono nei primi anni di vita e sono proprio i genitori ad accorgersene. In alcuni casi lo strabismo è causato da febbri alte o da stress forti come la nascita di un fratellino. Come si cura?
«Alcuni casi, detti refrattivi, si correggono con gli occhiali e non devono assolutamente essere trattati chirurgicamente. […] Le tecniche oggi sono mini invasive, si richiede un intervento ma può essere necessario farne un secondo. In caso di bambini, può essere necessario intervenire ancora a distanza di anni. Le tecniche per la cura sono meno invasive rispetto a qualche anno fa: in un paio di giorni si chiudono le ferite e in una settimana andrà via anche il rossore. In precedenza i bambini si bendavano, e per loro era un trauma non poter vedere».