La stagione televisiva appena conclusa ci ha riproposto, tra le altre meraviglie, il programma che da tre stagioni in America riscuote un enorme successo di pubblico: si tratta di Little Miss America, andato in onda sul canale Real Time di Sky.
In sintesi, Little Miss America (“Toddler and Tiaras“, il titolo originale) è un reality che esplora il dietro le quinte dei concorsi di bellezza per bambine, un fenomeno molto diffuso negli Stati Uniti. I beauty child pageant sono diventati infatti una vera e propria industria da 25.000 appuntamenti l’anno che fruttano un giro di denaro di milioni di dollari.
Non so se avete avuto occasione di vedere questa trasmissione: bambine di un’età compresa tra i due e i sette anni che vengono truccate come adulte e acconciate come tante piccole Barbie, con piastra, cotonatura, extensions e tutto il resto. E poi, smalto e french a mani e piedi, depilazione e sfoltimento sopracciglia (cosa c’è da depilare a cinque anni?), spray abbronzante per la pelle e abiti di scena vistosi e sgargianti. Non solo: le baby modelle non si limitano a sfilare per la passerella, ma vengono istruite dalle madri ad ancheggiare sensualmente, sorridere maliziose ed ammiccare alla giuria.
Ecco, adesso io vorrei tanto cercare di essere distaccata ed obiettiva, e capire il punto di vista di una madre che spinge la propria figlia in questo circo, ma faccio davvero fatica. Il desiderio di un guadagno facile? Ma facile per chi? Non per le bimbe, sottoposte a sacrifici che poche donne adulte sopporterebbero. Oppure l’ambizione, il solito errore di riversare sui figli le proprie aspirazioni fallite? Probabilmente sì. Ma a che prezzo?
I genitori delle baby modelle, manco a dirlo, sostengono che le figlie si divertano molto quando partecipano a questi spettacoli: peccato che, nel backstage, le troviamo spesso in lacrime, stanche e spazientite. Ma pure, ammesso e non concesso che si divertano, quali valori vengono loro insegnati in questo modo? Il culto dell’apparire, il successo perché si è belli, di un ideale di bellezza finto e irraggiungibile. E poi, vincere a tutti i costi.
In Italia, fortunatamente, siamo ancora lontani da queste follie: eppure, ho visto in giro scarpe con il tacco numero 25 (grazie Suri Cruise), costumini perizoma per bambine e, ultima, allucinante trovata, il reggiseno push-up sempre per under 10 (di nuovo, cosa c’è da pushuppare? e soprattutto, perchè?). Devo dirlo, mi fanno rabbrividire, nonostante i 40 gradi di oggi, questi continui, incomprensibili e vergognosi tentativi di furto legalizzato: il furto dell’ infanzia.
Vi propongo quindi una riflessione. Lungi da me il tentativo di accostare quanto visto in Little Miss America a situazioni molto più normali ed accettabili, ma mi chiedevo: quante di voi, mamme di bambini particolarmente fotogenici, sarebbero tentate dal mondo dei baby modelli? Se ve lo proponessero, accettereste di far posare i vostri figli, che so, per un catalogo di abbigliamento per bambini? Quanto sarebbe gratificato il nostro ego di mamme dal pubblico riconoscimento della bellezza del nostro piccolo, se non altro perché “lo abbiamo fatto noi”? E infine, quanto sarebbe difficile, a un certo punto, fermarsi e dire di no?
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