Chi abbia dei figli piccoli in casa sa bene quanto la questione relativa ai litigi possa diventare estenuante. Ore ed ore di battibecchi, di pianti e di urla che alla fine diventano anche difficili da gestire. Ma il punto del discorso non riguarda solo tale aspetto. Come è giusto intervenire senza favorire l’uno o l’altro? Come gestirli al meglio per trasmettere i giusti insegnamenti?
Nonostante il bene che si vogliano è inevitabile che i fratelli litighino tra di loro, fa parte della natura dell’essere umano. Non importa quale sia il motivo: la lite può derivare da gelosie, dal possesso di questo o quel gioco o semplicemente di un dispetto.
Come è noto e come affermano gli esperti, tali litigi non solo sono inevitabili, ma risultano fondamentali per la loro crescita. Addirittura aumentano nel caso in cui la differenza di età tra gli stessi sia inferiore ai 4 anni e fondano il loro presupposto sulla affinità di interessi ed esigenze.
Di per sè, dunque, il litigio diventa quasi fondamentale in quanto motivo di incontro/scontro e di confronto. Ciò che conta, però, è evitare che il battibecco degeneri in atteggiamenti violenti, verbali e non. Nella maggior parte dei casi i genitori, però, non dovrebbero intervenire immediatamente. E’ bene che i bambini si confrontino e che manifestino, l’un l’altro, le proprie emozioni. Il genitore dovrebbe intromettersi solo nel momento in cui la lite inizi, appunto, a degenerare.
Ciò in quanto è bene che i piccoli imparino a gestire tali momenti delicati in maniera autonoma. Importantissimo è, però, l’intervento del genitore, specie nelle questioni importanti, nel tentare di favorire una discussione serena che punti alla risoluzione del problema, ma insieme, ed attraverso il dialogo.
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