I neonati non sono dei bambolotti che ridono, piangono e scherzano. Sono a tutti gli effetti delle persone, con le loro emozioni e una loro sensibilità, molto spiccata. Ecco perché oggi ci tengo a riprendere il tema di ieri, durante il quale abbiamo affrontato i classici litigi davanti i bambini. Abbiamo detto che discutere è umano, quanto normale e che, a volte, può capitare di alzare la voce anche davanti ai figli.
Non siamo delle macchine. Siamo genitori e abbiamo i nostri difetti. È inutile ricercare un modello di perfezione e sperare di arrivarci. È uno sforzo impossibile e dispendioso. È molto più costruttivo cercare di dare il meglio e seguire quelle che sono le regole di buon senso. Nel caso delle litigate, vuol dire darsi dei limiti: non urlare troppo e soprattutto non mancare di rispetto al partner. Stessa cosa vale quando ci sono dei neonati.
Se con i bambini un po’ più grandicelli, si può poi tentare di spiegare come mai gli adulti possono arrivare a certe situazioni di tensione perché si è di opinioni diverse, ma ciò non significa non volersi bene, con i bebè è più complicato. I piccoli sono come spugne: sentono tutti nostri dissapori e le nostre tensioni. Magari non comprendono i motivi ma le vivono in modo diretto.
Costruire una situazione di crescita stabile e serena deve essere l’obiettivo dei genitori. Ciò vuol significare evitare qualsiasi scena davanti al bebè. È ovvio che un episodio isolato non fa male a nessuno e non è neanche da demonizzare, non deve però diventare un’abitudine. È necessario cercare un po’ di sensibilità in più, soprattutto durante l’allattamento. Il piccolo non deve crescere sotto una campana di vetro, non vorrei essere fraintesa, ma ci vuole un po’ di equilibrio. Lo ripeto perché alcune volte le cattive abitudini diventano molto più comuni di quelle buone.
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