Vi ricordate qualche giorno fa quando abbiamo discusso sulle percezioni emozionali dei neonati davanti ai litigi dei genitori? Crescere in un clima sereno lontano dalle tensioni e dalle urla che possono scuotere la tranquillità familiare è un pensiero da tempo assodato dalla pedagogia e avvalorata da tutta le branche della psicologia, ma finora la ricerca scientifica non si è mai applicata troppo per confermare questo concetto empirico.
Anzi, un recente studio sul comportamento dei neonati a uno stimolo esterno ha sostanzialmente confermato che già all’età di 3 mesi riescono a percepire delle emozioni legate ai suoni e alle sollecitazioni ambientali. 21 neonati sono stati sottoposti a risonanza magnetica durante la fase di sonno mentre venivano diffusi ad alternanza suoni tristi, neutri e felici. Si è notato che un’area del cervello limbico rispondeva in modo significativo ai primi e non veniva sollecitato dagli altri.
Secondo Evelyne Mercure del King College di Londra questa ricerca, pubblicata online sulla sezione Current Biology di Cell Press, questa ricerca dimostra il fatto che nel nostro cervello sono presenti aree specializzate già in una fase molto precoce dello sviluppo.
Anna Blasi ha aggiunto:
E’ probabilmente perché la voce umana è talmente importante dal punto di vista sociale che il cervello mostra una specializzazione precoce per la sua elaborazione. Questo può rappresentare il primo passo nelle interazioni sociali e nell’apprendimento delle lingue.
In pratica quando si suol dire che i bambini sono delle “spugne” si riconosce ai neonati la capacità di avvertire quello che accade in base al suono della voce, ai decibel delle urla e ai rumori di sottofondo. E’ vero il piccolino non è ancora in grado di darsi delle motivazioni su ciò che gli accade intorno ma i suoi stati d’animo sono fortemente influenzati da ciò che lo circonda e in caso di litigio davanti a lui oltre ad essere una cosa deplorevole è un fattore di rischio per lo sviluppo psico-affettivo del neonato.