Sempre più spesso ci troviamo di fronte a scene di pura maleducazione aventi come protagonisti sia adulti che bambini. Le parole “grazie”, “prego”, “per favore” si utilizzano sempre meno ricorrentemente e ciò non può che costituire un vero peccato. Insomma, la buona educazione scarseggia nella vita di tutti i giorni, estendendosi anche al web. Come fare per fermare questa piccola grande emergenza? Ci ha pensato Maria Pedone con il libro “L’elogio della buona educazione. Riscoprire le buone maniere per riportare l’armonia nella nostra vita” di Franco Angeli.
Se l’assenza delle corrette abitudini in fatto di educazione interessa un po’ tutti i campi, l’ambito nel quale ciò non dovrebbe mai accadare è quello relativo alla scuola. E’ anche sui banchi che se ne impara l’importanza, ed a tal proposito gli insegnanti dovrebbero imporle con fermezza. Spesso, però, l’autorevolezza non basta, ed imprimere nei bambini quelli che sono i corretti modi di comportarsi nelle relazioni interpersonali diventa impossibile.
”La buona educazione manca in tutti i contesti, nella vita reale come pure sul web. Dove però la sua mancanza fa più danni è la scuola, perché i professori, anche i più autorevoli, fanno fatica ad imporre la disciplina, il rispetto dell’autorità e quello degli altri”.
Anche in famiglia il discorso è pressochè identico. Molti bambini, anche piccoli, faticano a salutare, non ringraziano abitualmente, non utilizzano, insomma, quelle poche parole che fanno la differenza. E’ come se oggi ai piccoli tutto sia permesso, anche passare sopra le semplici regole del buon vivere. E se le mamme ed i papà rinunciano a tale compito, spesso sono proprio gli adulti a dover sottostare a mancanze di rispetto da parte dei bambini.
Secondo la Pedone, il motivo di tale tendenza sarebbe da riscontrare da un lato, nella mancanza di voglia, da parte dei genitori, di investire il proprio tempo nell’educare i propri figli e dall’altro nell’assenza, per i bambini, di un modello positivo da seguire.