Si è tenuto a Torino, dal 10 al 12 marzo scorsi, il secondo Convegno Internazionale sulla cura dei neonati prematuri organizzato dalla Fondazione Crescere insieme al Sant’Anna onlus, che ha visto riuniti neonatologi provenienti da tutto il mondo alla scopo di consolidare la ricerca in neonatologia attraverso la condivisione di studi e conoscenze.
Nel corso del convegno il dottor Paolo Manzoni, presidente esecutivo del comitato organizzatore, ha presentato un interessante lavoro sull’efficacia della ferritina nella prevenzione delle infezioni in neonati prematuri. La ferritina è una proteina contenuta nel latte materno che protegge il neonato dalle infezioni la quale può essere sostituita, nel caso la mamma non possa allattare, dalla ferritina del latte bovino.
Proprio alle infezioni sono maggiormente soggetti i nati prematuri sotto i 1500 grammi di peso per via delle carenze del loro sistema immunitario e proprio nell’impossibilità di allattarli si trovano le loro mamme; per questo motivo si ricorre alla somministrazione di potenti antibiotici e all’osservanza di severe norme igieniche allo scopo di limitare i rischi, misure che non sono sufficienti talvolta ad aiutare il piccolo.
Il 30 per cento dei nati prematuri infatti perde la vita oppure riporta conseguenze invalidanti a causa dell’attacco di microorganismi patogeni. Lo studio coordinato da Manzoni e condotto con la collaborazione di altri undici centri di neonatologia è giunto a proporre una nuova terapia che consiste nella somministrazione di lattoferrina per via orale ai prematuri e che promette di ridurre di un terzo la percentuale di infezioni.
La sperimentazione ha coinvolto un campione di cinquecento nati prematuri ai quali è stata somministrata, per un mese e mezzo e sin dal primo giorno di vita, lattoferrina bovina; gli studiosi hanno così visto scendere la percentuale dei bambini infettati dal venti al sei per cento. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Jama e negli Stati Uniti pare che abbia già fatto scuola.
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