La vitamina D è molto conosciuta per essere un regolatore del metabolismo del calcio e per favorire la corretta mineralizzazione dello scheletro. Meno conosciuta ma altrettanto importante è la sua azione di modulazione della risposta immunitaria che fa di questa preziosa sostanza un alleato del nostro sistema immunitario.
Agisce come un ormone multifunzionale, in quanto diverse cellule e tessuti hanno recettori specifici attraverso i quali la vitamina D è in grado di svolgere tutte le sue funzioni biologiche. La carenza di questa vitamina ha dimostrato di essere collegata a una serie di malattie, come malattie autoimmuni, diabete, osteoporosi.
La maggior parte della vitamina D viene sintetizzata dall’organismo, per azione dei raggi del sole, a partire da derivati del colesterolo presenti nella pelle. Per mantenere i giusti livelli di vitamina D nell’organismo sarà necessario garantire almeno mezz’ora di esposizione al sole giornaliera inserendo attività all’aperto tra quelle programmate durante la giornata.
Ricordiamo che, assumendo dosi adeguate di vitamina D è possibile favorire il buon funzionamento del sistema immunitario contrastando i rischi associati alle sue carenze.
Oggi la letteratura scientifica, infatti, è in grado di confermare la capacità della vitamina D di agire sulle cellule del sistema immunitario, attivandole.
Ad esempio, la funzionalità dei macrofagi può essere influenzata dai livelli ematici di vitamina D. A livello polmonare, in particolare, l’attivazione dei macrofagi a seguito della presenza di un virus o batterio produce stimoli che promuovono l’attivazione della vitamina D e l’espressione dei suoi recettori specifici: in questo modo parte la produzione di citochine e altre molecole infiammatorie che porteranno all’eliminazione del microrganismo invasore.
La vitamina D svolge anche un ruolo di difesa dalle infezioni e sue carenze sono associate all’aumento del rischio di infezioni anche quelle respiratorie.
Oltre al sole anche il cibo può essere una fonte di rifornimento della vitamina D che è presente soprattutto nel pesce grasso (come il salmone), nelle uova e nei latticini, ma anche in carne, fegato, alcuni formaggi grassi, pesce e funghi. Ricordiamoci di assumere le giuste quantità di questi alimenti secondo le caratteristiche del proprio profilo metabolico. Tra gli alimenti che contengono la vitamina D forse uno dei più conosciuti è l’olio di fegato di merluzzo, che permette di assumere una quota importante anche di vitamina A naturale.
In assenza di carenze specifiche non è necessario ricorrere ad integratori di vitamina D che è bene assumere solo su precisa indicazione del medico.
Un consumo regolare di alimenti ricchi di vitamina D può contribuire a controbilanciare la ridotta produzione di vitamina D3 da parte della pelle nei periodi di minore esposizione al sole, come in inverno o quando non si può passare abbastanza tempo all’aria aperta.
Chi soffre di carenza di vitamina D purtroppo spesso lo ignora perché i classici sintomi come la stanchezza, la debolezza muscolare e la fragilità delle ossa e delle articolazioni compaiono tardi solo quando i livelli sono già molto bassi.
Per sapere se si è carenti di questa vitamina, basta sottoporsi alla sua misurazione attraverso un semplice prelievo del sangue a digiuno. È difficile definire un fabbisogno giornaliero per la vitamina D perché varia molto a seconda delle caratteristiche del singolo individuo, dell’età ecc comunque in media si stima che un apporto giornaliero di 5 nanogrammi sia sufficiente a mantenersi in salute.