Da una parte, il sempre maggior numero di coppie che hanno problemi di fertilità; dall’altra, paradossalmente, l’aumento significativo delle cosiddette baby mamme (e delle gravidanze indesiderate). È un ritratto dell’Italia apparentemente contraddittorio quello che emerge dal Convegno organizzato ad Atene dalla European Society of Contraception and Reproductive Health.
Nel nostro Paese, una coppia su sette ha infatti difficoltà a procreare, e sono sempre più numerose quelle che scelgono di sottoporsi a tecniche di riproduzione medicalmente assistita: sono circa 65.000, contro le 46.000 di sette anni fa.
L’innalzamento dell’età in cui si decide di provare ad avere un bambino – in media, intorno ai 31 anni – è una delle ragioni di questo diffuso problema di fertilità (insieme ad altre concause: stili di vita non corretti, sedentarietà, fumo e obesità tra tutte): è risaputo infatti che, progredendo con l’età, diminuiscono sensibilmente le possibilità di una gravidanza.
E d’altra parte, se guardiamo in direzione opposta, ovvero alle giovanissime, troviamo un’indiretta conferma di quanto detto. Nella fascia di età under 20, infatti, le gravidanze indesiderate in Italia sono circa 10.000 ogni anno.
A comprovare ulteriormente questi dati, c’è anche il massiccio ricorso alla pillola del giorno dopo: in Italia ne vengono vendute 360.000 all’anno, e di queste quasi il 55% viene utilizzato da ragazze sotto i 20 anni.
Ma come può succedere che, nel 2012, il problema delle gravidanze indesiderate sia ancora così attuale e, soprattutto, così diffuso? Sembra assurdo, considerata l’abbondanza – e l’accessibilità – delle informazioni in merito ad argomenti come la sessualità e la riproduzione, eppure il problema è, ancora una volta, la scarsa informazione.
Pare infatti che i più giovani, in materia di contraccezione, non siano poi così ferrati: ad esempio, c’è ancora chi è convinto che al primo rapporto sessuale sia impossibile rimanere incinta.
Ribadisco il mio stupore di fronte a questi dati, e soprattutto mi chiedo perché, alla luce di tutto ciò, ancora manchi in un Paese progredito come il nostro una corretta educazione sessuale, elaborata di concerto tra scuola e famiglia, rivolta ai giovanissimi.
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