Le curve di crescita sono un po’ la bibbia di tutte le mamme anche se non devono diventare un’ossessione. Il termine tecnico è percentili, ovvero sono delle line che definiscono all’interno di grafici se il piccolo sta crescendo secondo i parametri standard dell’età. Si inizia a prendere confidenza con questi meccanismi già durante la gravidanza e poi si entra totalmente nel magico mondo dei percentili alla nascita.
Perché non deve essere un’ossessione? Perché lo sviluppo di ogni bambino non è processo omogeneo: ognuno ha i suoi tempi. C’è chi fiorisce all’improvviso, chi invece chi è più lento e chi invece compie come dei salti. Quello che però è abbastanza sicuro, almeno secondo i pediatri, è il percorso nei primi mesi di vita. Questo è abbastanza comune. Il neonato prende mediamente 150 grammi la settimana, il peso a 5 mesi e lo triplica all’anno, mentre la statura raddoppia verso i 4 anni e triplica a 12-13 anni i valori della nascita.
Le curve di crescita sono poi differenti in base all’età: ci sono quelle per i neonati e poi per i bambini con più di 2 anni. Come vanno lette? Ovviamente sono parametri che deve conoscere il medico e che non deve influenzarci. Quello che è importante è monitorare una crescita, anche se più lenta, ovviamente deve esserci. Esistono poi dei parametri che definiscono se è più piccolo o più grande della media: il novantasettesimo centile rappresenta i bambini più grandi: solo 3 su 100 saranno più grandi e i restanti 97 saranno più piccoli.
Al tempo stesso il terzo centile indica quelli più piccoli e i restanti 97 saranno più grandi. È auspicabile che la curva di crescita non sia troppo al di sopra o al di sotto la media, anche se sono considerati normali tra il 10° e il 90° percentile. Questo dato deve tranquillizzare le mamme perché il range è davvero molto ampio.
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