È nato prima l’uovo o la gallina? Leggendo questa notizia oggi mi sono fatta questa domanda, ovviamente ridendomela sotto i baffi. Noi vi riportiamo sempre interessanti studi, ma spesso ci dimentichiamo (o meglio non sottolineiamo il fatto) che sono delle sperimentazioni e quindi vanno prese con le pinze. Mi sono accorta di quanto sia importante questo punto di vista quando da un sondaggio dell’Università di Chicago, pubblicato sull’American Journal of Obstetrics and Gynecology, è emerso che la maggior parte dei medici ha dei dubbi sull’inizio della gestazione.
Prima di proseguire su questo tema, credo sia meglio chiarire quali siano i dubbi. Ci sono due fazioni, quella dei dottori e delle ostetriche che sostiene che la gravidanza cominci esattamente quando lo spermatozoo feconda l’ovulo (ovvero il concepimento) e quella, un po’ meno numerosa secondo il sondaggio, che invece che crede che l’inizio sia invece il momento in cui l’ovulo fecondato s’impianta nell’utero (semplicemente definito impianto).
Da un punto di vista temporale equivale a circa una settimana. Quello che però è buffo come su una cosa così elementare non ci sia ancora una definizione o, meglio, un accordo. La risposta forse è una: da un punto di vista scientifico non è poi così importante, lo diventa semmai se si pone la questione sotto una visione etica. Ecco spiegato anche come mai per la prescrizione della pillola dei cinque giorni dopo sia stato chiesto il test di gravidanza. Non si può definire l’inizio della gravidanza se non si definisce realmente quando avviene l’aborto. Farr Curlin, autore senior dello studio, ha spiegato:
Le cellule staminali embrionali derivano spesso da un surplus di embrioni che non vengono impiantati nella donna dopo la fecondazione in vitro. E alcuni contraccettivi, come i dispositivi intrauterini, agiscono proprio per impedire l’impianto. Quindi, se si considera il momento della fecondazione come principio della gravidanza, si comprenderà quanto sia problematico accettare ogni tecnologia o mezzo che impedisce l’impianto.
Infine, un’ultima delucidazione. La durata della gravidanza non cambia. Si considerano comunque le 40 settimane, perché s’inizia a contare dall’ultimo periodo mestruale. E se volessimo essere precisi, ci sarebbe anche qui da polemizzare.
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