Il congelamento degli embrioni, come risaputo, costituisce una parte fondamentale dei trattamenti di riproduzione assistita. Grazie a tale metodo si consente la conservazione gli embrioni per utilizzarli poi successivamente. Nonostante si sia creduto fino ad ora che i bambini venuti al mondo grazie agli embrioni congelati nascano sottopeso o prima del tempo, alcuni studi in merito dimostrano come i trattamenti di riproduzione assistita non abbiano come conseguenze ripercussioni sulla loro salute ne sulle loro dimensioni.
In particolare, lo studio di IVI Difference in birth weight of consecutive sibling singletons is not found in oocyte donation when comparing fresh versus frozen embryo replacements, pubblicato sulla rivista “Fertility and sterility” ha dimostrato come, a parità di condizioni, non si verifichino differenze rispetto la durata della gravidanza o il peso del bebè tra i feti ottenuti da embrioni freschi o congelati.
I risultati della ricerca, condotta su 360 donne rimaste incinte a seguito di un trattamento di riproduzione assistita che avevano dato alla luce almeno due bambini in parti diversi, dei quali almeno uno provenisse da un embrione congelato e l’altro da uno trasferito fresco, hanno dimostrato come non si siano riscontrate differenze in tal senso. Nessuna differenza, dunque, tra il trasferimento di embrioni freschi o in differita sulla salute dei neonati, sul loro peso e sulla prematurità del parto.
Lo studio ha rappresentato anche l’occasione per controllare gli eventuali fattori fenotipici, clinici e di laboratorio che potessero influire su tali conseguenze. I risultati hanno, ancora una volta, dimostrato come nessuno di essi sia stato rilevante a riguardo. Lo studio, che ha messo a confronto casi di fratelli nati dalla stessa madre in seguito di fecondazione assistita ma in diversi parti, viene presentato in occasione del 71º Congresso della Società Americana di Medicina riproduttiva. Una bella notizia che fa ben sperare molte coppie attualmente in difficoltà.
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