L’ictus può colpire anche i bambini. Ma quali sono i fattori scatenanti? Si sono interrogati un gruppo di ricercatori svedesi che hanno poi pubblicato uno studio sulle pagine di Acta Paediatrica. L’ictus infantile è così definito quando colpisce un soggetto tra i ventotto giorni e il diciottesimo anno di età. E nella maggioranza dei casi (l’85%) chi ne è vittima, e ne sopravvive, mostra delle disfunzioni neurologiche e delle gravi limitazioni. Stiamo parlando quindi di conseguenze gravissime.
Secondo la ricerca i fattori scatenanti possono essere pillola contraccettiva, anemia e fumo. I ricercatori, guidati dal dottor Sten Christerson, hanno evidenziato come in Europa e negli Usa l’ictus infantile colpisce da 2,1 a 13 bambini all’anno ogni 100mila, con un’incidenza dell’1,8%. Sono stati analizzati 51 casi, di cui 23 maschi e 28 femmine. Di questi, 46 dei 47 sopravvissuti all’attacco sono stati seguiti per un lungo periodo dopo la malattia (in media 4 anni) per verificare i rischi a lungo termine.
Questo quanto hanno scoperto: l’età d’incidenza è tra i sette mesi a poco meno di 18 anni, la cui media è di 13 anni. Le forme di ictus sono diverse, da quello ischemico arterioso a quello seno venoso. Un terzo dei bambini presentava patologie croniche di base e un terzo aveva malformazioni vascolari. Un altro terzo aveva acquisito fattori di rischio quali infezioni acute, anemia, infiammazione dei vasi sanguigni dopo la varicella e un trauma del collo. Questa categoria comprendeva anche 6 ragazze che avevano usato contraccettivi orali, la metà di queste fumava e erano anemiche. I ricercatori hanno dunque commentato:
Questo risultato porta ad aumentare le preoccupazioni reali sulle ragazze giovani che prendono contraccettivi orali e che fumano o hanno un’anemia da carenza di ferro. Riteniamo che sia importante controllare i livelli di anemia prima di prescrivere contraccettivi orali, prescrivere compresse di ferro, quando necessario e sottolineare i rischi che il fumo comporta.
[Fonte: LaStampa]
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