Gravidanza: il riposo a letto può avere più ripercussioni negative che positive

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Gravidanza: il riposo a letto può avere più ripercussioni negative che positive

Non è raro, in caso di gravidanze a rischio, che alla futura mamma venga consigliato di stare a letto per un periodo di riposo forzato privo di sforzi il quale consenta che l’avanzamento della stessa proceda senza troppe insidie. Oggi però tale pratica verrebbe messa in discussione dal fatto che sarebbero molti più gli effetti negativi che quelli positivi, e non solo per ciò che concerne il buon esito della dolce attesa. Addirittura non ci sarebbero prove tangibili del fatto che lo stare a letto migliori concretamente l’esito della maternità in presenza di rischi di diverso tipo e aiuti a concluderla senza complicazioni.

Di contro, invece, si tenderebbe ad evidenziare quelli che sono gli effetti negativi dello stesso, ovvero il fatto che inciderebbe sui problemi di coagulazione del sangue e renderebbe più probabile l’avvento di trombosi ed emboli. Non solo: aumenterebbe anche il rischio di ammalarsi di diabete e di depressione. Infine, ci sono alte probabilità che il bambino possa nascere sottopeso. Ciò è stato recentemente sottolineato dalle nuove linee guida elaborate dalla Società americana di medicina materno-fetale.

Il riposo a letto viene generalmente prescritto ad 1 donna su 5. Ciò in presenza di gravidanze complicate ovvero nei casi in cui si siano verificate delle contrazioni prima delle 37 settimane di gestazione, ove si abbia avuta la rottura precoce delle membrane, ma anche in caso di pressione alta. Nonostante l’accortezza nell’evitare sforzi e nello stare sdraiate per la maggior parte del tempo, a quanto affermano gli studiosi, non si registrerebbero evidenti miglioramenti.

Di contro, invece, gli studiosi tengono a sottolineare come tale pratica possa invece incidere sulla coagulazione, su come l’assenza totale di movimento e di attività fisica possa favorire la comparsa del diabete e come possa potenzialmente portare ad una crescita dei livelli di ansia che potrebbero sfociare poi in depressione e problemi psicologici.

Photo Credit | Thinkstock

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