Che l’età fosse un fattore di rischio per la gravidanza non è un mistero, tanto che – solo a titolo d’esempio – l’amniocentesi è esente da ticket dopo i 35 anni di età. Ma siamo in una società in cui l’età materna va via sempre più allungandosi, tanto oggi si è tenuti a pensare che sia un fatto “naturalmente” dovuto avere un figlio a cinquant’anni.
A tal proposito è intervenuta la Sigo – Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia, che tramite il suo presidente, il prof. Nicola Surico ha fatto sapere:
Spostare sempre più avanti l’età della gravidanza è rischioso per la madre e per il feto. Le risorse pubbliche vanno investite per proteggere la fertilità, non per creare illusioni nelle cinquantenni.
Questo in risposta alla delibera della regione veneto che allarga a 50 anni l’accesso alla fecondazione assistita.
Siamo nettamente contrari. Il nostro compito è fornire le giuste informazioni e la migliore assistenza. La letteratura scientifica ci dice chiaramente che a 50 anni le possibilità di successo di queste tecniche sono ridotti al minimo mentre aumentano in maniera esponenziale le complicanze. C’è inoltre un costo, personale e collettivo, non trascurabile. Il Servizio pubblico potrebbe destinare queste risorse a campagne per proteggere la fertilità, sempre più minacciata da stili di vita scorretti.
Insomma, in parole povere il rischio non varrebbe la candela: troppe poche possibilità, troppi rischi per il feto (soprattutto anomalie cromosomiche) e troppi costi sanitari che potrebbero essere impiegati per sostenere la fertilità di donne più giovani.
Il Presidente SIGO ha riassunto in cinque punti i consigli per le donne che intendono diventare madri:
- Non attendere tropo a lungo
- Mantenere il giusto peso forma, né troppo grasse, né troppo magre.
- Non fumare: anche in caso di ricorso alle tecniche di PMA, a parità di altri fattori, le fumatrici impiegano in media un anno in più a rimanere incinta.
- Il consumo di alcol va moderato
- Non bisogna trascurare le infezioni: spesso non danno sintomi all’inizio ma nel lungo periodo possono compromettere la fertilità.”
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