Depressione e gravidanza molto spesso sono situazioni collegate, purtroppo. Un periodo che dovrebbe essere solo di gioia, invece, porta con sé vulnerabilità, stanchezza, sbalzi ormonali e fragilità non solo del corpo ma anche dello spirito. Pensate che questo disturbo, fino a qualche anno fa vissuto – ingiustamente – con senso di colpa dalle madri, colpisce il 10% di loro durante la gestazione, mentre quelle che la vivono dopo la nascita del bambino sono una su sette.
La gravidanza della depressione perinatale è conosciuta anche con l’acronimo di Pnd (dall’inglese Perinal Depression, ndr) e indica la depressione che colpisce durante la maternità e fino a dodici mesi dopo il parto (un periodo decisamente più lungo del noto baby blues). È molto importante diagnosticarla rapidamente e affrontarla nel modo opportuno: prima si cura prima ci si libera di questo problema e si incomincia a vivere. Già, perché la depressione ci soffoca, ti fa perdere interesse nella vita proprio quando è la vita a chiamarti. Un’ingiustizia doppia. Non credete?
La depressione perinatale è un problema di grande rilievo per la nostra società e per la salute della donna in generale. Lo studio che si svolgerà a Milano, Bologna, Torino e Lugano nei prossimi 3 anni riuscirà sicuramente a fornire delle indicazioni importanti sul rapporto tra disturbi del sonno e umore in gravidanza e nel post-partum.
Ha commentato spiega Silvio Scarone, direttore dell’Unità operativa di Psichiatria II dell’ospedale San Paolo. In questo campo sembra dare buoni risultati la terapia con luce brillante (dall’inglese Bright Light Therapy, Blt). Che cos’è? Consiste nell’esposizione a una luce molte intense in una situazione controllata. Il trattamento prevede semplicemente che il paziente si sieda davanti a una scatola con lampade fluorescenti con uno schermo diffusore e tenga gli occhi aperti, anche senza guardare direttamente la luce. Le sessioni possono durare dai 15 minuti fino alle tre ore.
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