Genitori ansiosi e troppo protettivi. È questo il tema della giornata ed è anche una categoria molto ampia, composta di mamme e papà di tutte le età. Sentite di appartenerci? Affrontiamo questo argomento dopo la pubblicazione di un articolo molto interessante, apparso sul Corriere della Sera, durante cui i genitori sono stati definiti i sindacalisti dei figli.
Qualsiasi errore commesso dal ragazzo, ci sono sempre mamma e papà pronti alla difesa e soprattutto all’attacco dell’insegnante. Una volta il maestro o il professore era legge. Se si tornava a casa, lamentandosi di un brutto voto o di una nota, il genitore dava ragione al prof: “Non avrai studiato abbastanza”, “sei stato maleducato”, “devi rispettare i tuoi insegnati”, ecc. Oggi la solfa è cambiata. C’è sempre un genitore pronto a credere che il bimbo, anche se di 16/17 anni compiuti, sia vittima delle preferenze (così definite), degli umori e della mancanza di imparzialità.
Risultato? Il professore è totalmente delegittimato. Intendiamoci. A scuola esistono le preferenze, gli umori degli insegnanti e la mancanza di imparzialità, ma esistono – questi problemi – sul lavoro come in casa. Ci sono però dei ruoli che non devono mai essere messi in discussione, altrimenti si rischia lo zoo. Gianna Fracassi, segretaria della Flc-Cgil, al Corsera ha dichiarato:
Se non si restituisce dignità alla professione degli insegnanti, se non si rinnova la partecipazione dei genitori e degli studenti, allora la microconflittualità è destinata a crescere.
Massimo Di Menna, della Uil scuola, ha poi aggiunto:
In classe si vive con molto disagio. Il docente conquista a fatica il riconoscimento della sua funzione. E molti sono spinti a pensare: ma chi me lo fa fare…
Lo dimostrano i dati del Telefono Azzurro: una telefonata su 100 è per denunciare difficoltà relazionali con gli insegnati. Come si può risolvere? Proviamo a riflettere insieme: attendo i vostri commenti e i vostri suggerimenti.
Photo Credit | ThinkStock