Non ce l’hanno fatta le gemelline siamesi nate con cuore e fegato in comune e ricoverate al Sant’Orsola di Bologna. Nella tarda serata di ieri, alle 20 e 40, il cuoricino di Lucia e Rebecca, nate lo scorso 25 giugno, ha smesso di battere. Le condizioni delle gemelline, già gravi fin dal pomeriggio di ieri, sono precipitate improvvisamente fino alla morte.
Un primo campanello di allarme si era verificato già il 29 luglio per alcune difficoltà respiratorie e, in particolare per l’incapacità di mantenere adeguati scambi gassosi. Da allora, i medici del reparto di Rianimazione pediatrica del padiglione 13 dell’Ospedale Sant’Orsola, sono stati costretti a potenziare i trattamenti intensivi per permettere alle gemelline di sopravvivere, ma la situazione era rimasta grave.
Anche l’intervento di separazione per cercare di salvare almeno una delle gemelle, diventava giorno dopo giorno più difficile da realizzare a causa dell’aggravamento delle condizioni delle piccole e delle gravi malformazioni a carico di organi e apparati. Le bimbe erano state sottoposte, nei giorni successivi alla nascita, ad un delicato intervento all’intestino. A favore dell’intervento di separazione si era espressa anche la Chiesa attraverso le parole del monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Nuova evangelizzazione:
Si deve prendere in considerazione il fatto che ambedue le gemelle potrebbero morire per la situazione precaria in cui si trovano. In questo caso il tentativo medico di intervento per salvare almeno una vita sarebbe lecito. Ogni sforzo per salvarne almeno una è da noi considerato come un atto di amore a favore della vita.
Ma, purtroppo, nulla è servito e le gemelline non ce l’hanno fatta. I genitori, originari di Ravenna, hanno vegliato costantemente sulle loro piccole gemelle e non hanno mai perso le speranze fino all’ultimo. La coppia, che ha altri due figli piccoli, sapeva fin dalla gravidanza della malformazione delle bimbe ma ha scelto comunque di portare a termine la gestazione. Una scelta davvero dura e dolorosa.