A seguito di uno studio, quello pubblicato sulla rivista British Medical Journal, i gemelli venuti al mondo alla 37esima settimana di gravidanza sarebbero meno a rischio di incorrere in complicazioni di sorta. Avrebbero, quindi, maggiore probabilità di sopravvivenza. Si tratta di un dato che andrebbe così a scontrarsi con l’abitudine in base alla quale si tende ad indurre il parto gemellare prima di tale epoca gestazionale.
Se fino ad ora, quindi, la credenza relativa ai benefici apportati ai gemelli dall’induzione del parto prima del compimento della 37esima settimana di gestazione è stata considerata l’unica via da seguire, da ora in poi potrebbe non essere più così.
Che i parti gemellari, nonostante più rari rispetto a quelli “comuni”, siano naturalmente più rischiosi e gli esperti, nonostante discordanti, tendano a consigliare di anticiparne il momento a partire dalla 34esima settimana di gestazione, il rovescio della medaglia riguarderebbe i rischi legati al parto prematuro, che non dovrebbero essere sottovalutati.
A tale tipologia di parto possono, infatti, essere legate complicazioni inerenti l’aspetto infettivo nonchè quello respiratorio. Lo studio in questione, effettuato mettendo a confronto 32 altri pubblicati negli ultimi 10 anni e condotti sull’osservazione di un numero complessivo di 35.171 gravidanze gemellari, sarebbe giunto alla conclusione che il momento più consono per far venire al mondo due o più gemelli sarebbe da riscontrarsi proprio nella 37esima settimana.
Ciò almeno per quanto riguardi le gravidanze bicoriali. Discorso a parte va fatto per quelle monocoriali, più rare e caratterizzate dalla presenza di una sola placenta. In questo caso il periodo di nascita da considerare per evitare rischi di sorta sarebbe la 36esima settimana. Si spera, dunque, che questo nuovo studio possa rappresentare un passo in avanti per ciò che concerne il buon esito di gravidanze e parti gemellari.
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