Dopo averti descritto la villocentesi e l’amniocentesi, oggi è la volta di un altro esame invasivo effettuabile durante la gravidanza: la funicolocentesi o cordocentesi. Questo esame consiste in un prelievo di sangue fetale che viene effettuato inserendo, sotto costante guida ecografica, un ago del cordone ombelicale in prossimità del punto di inserzione nella placenta.
Le indicazioni che possono portare alla richesta da parte del ginecologo di effettuare una funicolocentesi possono essere dovute a dei risultati dubbi dell’amniocentesi, alla necessità di conoscere in tempi rapidissimi la mappa cromosomica del bambino (sospette malformazioni o sofferenza fetale) oppure al fatto che avendo la gestante già raggiunto le ventuno–ventidue settimane non ci sia tempo per aspettare i risultati di un’amniocentesi se si dovesse presentare l’eventualità di un aborto terapeutico nei tempi della legge 194. La funicolocentesi infatti restituisce i risultati in modo molto più veloce dell’amniocentesi.
La funicolocentesi si può effettuare di norma dalla ventesima settimana fino alla fine della gravidanza, è ovvio che effettuarla a gravidanza inoltrata serve per tenere sotto controllo alcune patologie di cui è necessario valutare lo sviluppo. La funicolocentesi non richiede anestesia, né totale né locale.
Ed ecco le patologie che possono essere diagnosticate attraverso la funicolocentesi:
- emoglobinopatie
- talassemie
- coagulopatie
- malattie del metabolismo
- indagini immunologiche e colturale per la diagnosi di infezioni fetali (toxoplasmosi, citomegalovirus etc)
Inoltre attraverso questo esame è possibile somministrare medicinali direttamente al feto, effettuare trasfusioni di sangue in caso di isoimmunizzazione Rh ed eseguire aborti selettivi in gravidanze gemellari nelle quali uno solo dei gemelli è affetto da anomalia congenita
Il rischio di aborto che si corre con la funicolocentesi è intorno al 3-5% ed è dunque più pericolsa dell’amniocentesi, anche se c’è da considerare che questa percentuale è influenzata anche da altri fattori, infatti spesso i feti sottoposti all’esame già soffrono di patologie che aggravano la possibilità di aborto.