In una società caratterizzata dall’età sempre più avanzata delle donne che decidono di mettere al mondo un bambino e dalla precarietà lavorativa e dei rapporti di coppia in genere, non stupisce più non trovarsi di fronte a famiglie numerose, diventando quasi la normalità vedersi circondati da coppie con figli unici. Essere figlio unico comporta una serie di conseguenze, tra le quali avere tutte le attenzioni dei genitori per se, giungendo spesso ad esserne viziati. Non è sbagliato dunque parlare di una vera e propria sindrome del figlio unico che, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, “colpisce” allo stesso modo bambino e genitori.
Avere un solo figlio, spesso aspettato per anni, fa si che su quest’ultimo vengano riversate fin troppe attenzioni, fattore questo che potrebbe incidere sul suo futuro, rendendolo poco incline al sacrificio e causandogli delle difficoltà nel rapporto di coppia. Trattare il nuovo arrivato con i guanti, metterlo al centro di una protezione eccessiva, è un comportamento comune a molte mamme “chioccia”.
Come afferma lo psicopatologo Davide Dettore, essere accontentato in tutto e per tutto da piccolo, potrebbe provocare il fatto che da adulto il soggetto non riesca a sopportare situazioni frustranti, anche all’interno del rapporto con la propria compagna; ciò spiegherebbe anche il numero sempre minore di nascite. In molti casi poi, diversi potenziali genitori, preferiscono dar vita ad una famiglia a due. Spesso addirittura entrambi, ma soprattutto le donne, trovano la loro completa affermazione nel campo lavorativo.
Altro aspetto che giustifica il numero sempre minore di nascite è che ci si dedichi sempre meno alla vita di coppia. Sono molti coloro i quali non investono più in un rapporto sentimentale, ecco spiegato l’elevato numero attuale di single. Allo stato dei fatti d’altronde, come afferma anche l’esperto, non si può dire con certezza chi sia più appagato tra le due categorie di soggetti.
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