Ho recensito per Libri e Bit Le difettose, di Eleonora Mazzoni. Questo romanzo, interessante e ben scritto, racconta la storia di una donna e della sua ricerca di un figlio attraverso la fecondazione artificiale.
Seguendo Carla, questo il nome della protagonista, entriamo nel linguaggio e nel mondo di chi affronta un percorso difficile, doloroso, a volte disumanizzante, eppure pieno di speranza e di opportunità.
Ho intervistato l’autrice del libro, per saperne qualcosa in più, per curiosare non solo nel suo mestiere di scrittrice, ma anche nel mondo della stessa protagonista del romanzo. La parte più corposa dell’intervista la trovate su Libri e Bit.
Per Tuttomamma, invece, abbiamo parlato di maternità e corporeità (Eleonora Mazzoni è un’attrice). Buona lettura.
Nella ricerca di un figlio Carla sembra ritrovarsi anche alla ricerca di se stessa. Si interroga sul suo futuro, sui suoi legami affettivi.
Credi che, in qualche modo, la maternità (cercata, trovata, non trovata, non voluta) oggi non sia più un punto di arrivo o il segno di un fallimento, ma una sorta di trampolino di lancio per nuovi significati?
E. M. Può diventare un trampolino. Bisogna volerlo. E un poco sforzarsi. Andando oltre le apparenze. I desideri (tutti, ripeto, non solo quello di un figlio) sono frecce, indicazioni, non punti d’arrivo. Quando la realtà non li esaudisce puoi avere tre reazioni: o ti chiudi (magari ti deprimi, addirittura ti disperi, come capita a Carla ad un certo punto, mettendo in pericolo anche il rapporto con Marco) o fuggi e rimuovi. Oppure puoi fare un percorso. Quello che decide di fare Carla. Ed è perchè ha intrapreso una strada che la può condurre a una riappacificazione nei confronti di se stessa, del suo passato, dei suoi genitori che Carla può dire: “Eppure, rispetto alle madri «secondo natura», noi «difettose» abbiamo una marcia in piú, con quel figlio che non «capiterà» mai per caso, cosí amato tanto tempo prima di essere concepito”. La difficoltà si può trasformare in un’opportunità di cambiamento.
Essendo un’ attrice lavori molto con il tuo corpo e nel tuo romanzo si parla anche di come viene vissuto il corpo dalle donne in cerca di una maternità. Come credi stia cambiando il rapporto delle donne con la propria corporeità?
E. M. Purtroppo siamo sempre in bilico. Abbiamo ancora tanti condizionamenti. Amiamo il nostro corpo quando a qualcun altro piace e spesso lo amiamo se risponde a canoni precisi e spietati, che però non abbiamo scelto noi. Anche Carla cade nel tranello. Quando i quarant’anni e i pochi chili in più che gli hanno lasciato le cure e gli ormoni, la fanno a sentire brutta, a disagio con l’altro sesso e con se stessa. Ricordo una lezione universitaria che fece Garcia Lorca a proposito del duende, una parola difficile da tradurre, potrebbe essere demone, inteso come fuoco, passione, ispirazione (e tanto altro insieme). Lui racconta che in un concorso di ballo una vecchia di ottant’anni, in gara con donne splendide e ragazze con un vitino di vespa, si portò via il premio per il semplice fatto di aver sollevato le braccia, eretto il capo e dato un colpo con il piede. Ecco sia nell’arte che nella vita occorrerebbe più focalizzarsi sul duende che su qualche chilo in più.
Se volete saperne di più, potete recarvi sul sito ufficiale del romanzo e proseguire la lettura dell’intervista su Libri e Bit.
2 commenti su “Un figlio a tutti i costi, intervista a Eleonora Mazzoni”