A volte noi mamme ci sorprendiamo a guardare i nostri bambini e a desiderare che restino sempre tali. Vuoi perchè, egoisticamente, temiamo il momento in cui una volta diventati adulti non avranno più bisogno di noi, vuoi perchè ci piacerebbe tenerli più lontano possibile dalla fatica e dai pericoli che essere adulti troppo spesso impone. E poi ci sono alcuni paesi nel mondo dove i bambini si vedono negato il più elementare dei loro diritti: l’infanzia. Le bambine poi cadono vittima dei tranelli degli adulti che dovrebbero proteggerle più spesso dei maschietti e vanno per questo incontro a un tragico destino.
Sapevate che ogni anno 50mila ragazze tra i 15 e i 19 anni muoiono a causa di complicanze legate al parto e alla gravidanza? Sono 70 milioni le bambine spose nel mondo e la gran parte di esse, spesso hanno anche meno di 15 anni, vive in Asia meridionale e in Africa sub-sahariana. Bambine vittime di una insopportabile violazione dei diritti umani, come giustamente sottolinea il presidente di Unicef italia Giacomo Guerrera, che si vedono negato oltre al diritto all’infanzia anche il diritto alla salute e ad avere un’istruzione e che una volta diventate mogli sono più esposte al rischio di subire violenze e abusi.
Proprio alla tragedia di queste mogli bambine è dedicata l’iniziativa dell’Unicef in occasione della Festa della donna che ha come testimonial Paola Saluzzi, portavoce in un video-messaggio di queste bambine. Per sostenere la campagna dell’Unicef contro i matrimoni precoci e provare a dare una battuta d’arresto a questo fenomeno che altrimenti rischia di espandersi in maniera esponenziale basta andare sul sito www.unicef.it e diffondere l’hashtag #8marzodellebambine.
Attualmente i paesi dove si celebra il maggior numero di matrimoni precoci sono, nell’ordine: Niger, Repubblica Centro-Africana, Ciad, Bangladesh, Guinea, Mozambico, Mali, Burkina Faso, India, Eritrea.
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